Pantelleria e la truffa dello Zibibbo, l’azienda tedesca ‘spacciava’ falso Dop dal 2019

redazione

Pantelleria e la truffa dello Zibibbo, l’azienda tedesca ‘spacciava’ falso Dop dal 2019

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domenica 28 Settembre 2025 - 07:49

Le unità per la Tutela Agroalimentare dei Carabinieri di Roma e Messina, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Marsala, hanno smascherato una frode internazionale legata alla produzione e commercializzazione di vino con la falsa denominazione “Zibibbo di Pantelleria”. Lo scandalo è stato annunciato ieri con un comunicato dell’Arma. L’attività investigativa, avviata grazie al monitoraggio di siti web e social network, ha portato alla scoperta di un’azienda con sede in Germania che commercializzava in Italia e all’estero – anche in Paesi extra UE – bottiglie di vino etichettate come “Zibibbo di Pantelleria”, senza averne alcun titolo.

La falsa commercializzazione in tutto il mondo

La società tedesca, specializzata nel commercio di vini, operava infatti senza autorizzazioni nella produzione e distribuzione dello Zibibbo di Pantelleria DOP, un vino a denominazione di origine protetta, la cui produzione è regolata da un disciplinare, soggetta a specifiche procedure di concessione e a controlli severi da parte delle autorità competenti. Le indagini hanno inoltre accertato che l’azienda vendeva il prodotto in diversi Paesi, tra cui Germania, Svizzera, Regno Unito, Norvegia, Canada, Taiwan, Giappone, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Francia, Russia e Stati Uniti.

Sull’isola di Pantelleria un deposito con oltre 5mila litri di vino

L’operazione ha portato all’individuazione di un vero e proprio deposito sull’isola di Pantelleria e al sequestro di oltre 5.000 litri di vino: circa 3.500 in fase di lavorazione e circa 1.500 già imbottigliati con false etichette riportanti “Zibibbo di Pantelleria” e “Terre Siciliane IGT”. Le prove raccolte hanno dimostrato che l’uso delle denominazioni era del tutto arbitrario, poiché l’azienda non era in alcun modo accreditata per tali produzioni. Il titolare della società è stato denunciato alla Procura di Marsala per frode aggravata in commercio, connessa alla vendita di prodotti contraffatti. Dal 2019 (per cinque vendemmie) aveva immesso sul mercato almeno 30.000 bottiglie di vino comune non certificato, con un guadagno stimato in oltre 800.000 euro. Ovviamente, come si fa in questi casi secondo la legge, l’assoluta mancanza di tracciabilità porta il vino sequestrato ad essere distrutto.

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