Trapani, il naufragio della politica: salta la cittadinanza onoraria alle ONG

Carmela Barbara

Trapani, il naufragio della politica: salta la cittadinanza onoraria alle ONG

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mercoledì 09 Aprile 2025 - 02:56

Un voto mancato, una frattura che sembra ormai insanabile e l’ombra lunga di una divisione politica che scuote le fondamenta del governo cittadino. A Trapani, il Consiglio comunale ha vissuto una delle sue pagine più burrascose, respingendo – per un solo voto – la proposta di conferire la cittadinanza onoraria agli equipaggi delle ONG Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere, impegnati nei salvataggi di migranti nel Mediterraneo. La delibera, approvata dalla Giunta lo scorso 24 giugno, non ha raggiunto la maggioranza qualificata richiesta: 12 i voti favorevoli su 13 necessari, nonostante l’amministrazione possa contare formalmente su una maggioranza di 16 consiglieri. A determinare il fallimento dell’atto è stato l’abbandono dell’aula da parte del gruppo «Trapani Tua», riconducibile all’onorevole Mimmo Turano, e del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Un gesto politico che ha mandato in frantumi gli equilibri interni alla maggioranza guidata dal sindaco Giacomo Tranchida. La seduta si è svolta in un clima rovente, culminato in un episodio simbolicamente potente: la polizia municipale ha sequestrato, a titolo preventivo, uno striscione portato in aula dai consiglieri di Fratelli d’Italia con la scritta “No a chi specula, sì a chi merita”.

Una provocazione che ha ulteriormente acceso gli animi e alimentato le tensioni in aula. Che l’atto non godesse del consenso unanime era noto da tempo. Ma lo strappo consumatosi nel cuore della seduta ha assunto i contorni di una crisi politica profonda, rivelando quanto i legami tra le componenti della maggioranza siano ormai logori. La rottura, secondo osservatori locali, affonda le radici non solo nella questione simbolica del riconoscimento alle ONG, ma anche in dinamiche più complesse. Su tutte, la nomina ad assessore della consigliera Giusy Poma, uscita dal gruppo «Trapani Tua» poco prima dell’elezione di Alberto Mazzeo alla presidenza del Consiglio comunale, scegliendo la via dell’indipendenza.

A nulla sono valse le parole accorate del sindaco Tranchida, che a margine del voto ha espresso profonda amarezza: “Trapani ha perso l’occasione di lanciare un messaggio forte dal cuore del Mediterraneo. Un messaggio di gratitudine verso donne e uomini che salvano vite, spesso nel silenzio, sfidando mari e regimi”. Poi ha promesso: “Li accoglierò da sindaco con la fascia tricolore, anche senza il voto del Consiglio”. Il naufragio – stavolta – non è avvenuto in mare. Si è consumato tra le assenze strategiche e i calcoli politici di un’aula che ha scelto di ignorare persino la portata storica della recente sentenza del Tribunale di Trapani, che ha assolto con formula piena l’equipaggio della nave Juventa dopo sette anni di processo, smentendo le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La bocciatura della delibera è stata preceduta da un ulteriore scivolone per la maggioranza, che è andata sotto anche sulla votazione per il rinnovo delle commissioni consiliari. Segnali di un’alleanza sempre più fragile, che fatica a trovare una rotta comune. “Mi aspettavo più sensibilità su un tema che non ha colore politico – ha aggiunto il sindaco – l’umanità ha i colori del cuore, non delle bandiere”. E ha ricordato che la sola Juventa ha salvato oltre 20 mila persone. L’invito agli equipaggi, ha assicurato, sarà comunque rinnovato. Ma intanto, a Trapani, resta il vuoto di un gesto mancato. E l’eco di una maggioranza che si sgretola proprio sul terreno dell’umanità. 

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