“La fede nuziale nella steppa” è il nuovo libro del marsalese di Giovanni Di Girolamo, appena pubblicato dalla casa editrice Gaspari di Udine.
Attraverso testimonianze, immagini, mappe e documenti, il volume racconta storie di vite vissute nel quadro del dramma vissuto dai soldati italiani – ma anche dai militari e cittadini dell’ex Unione Sovietica – nel corso della nefasta campagna sul fronte orientale, in particolare durante gli assedi di Arbuzovka e di Certkovo, che caratterizzarono il drammatico cammino di ripiegamento dell’Armata italiana dalle sponde del fiume Don e il lungo Natale del ’42.
Il racconto e la ricerca storica
Quando il tempo sembra aver fatto calare il velo della dimenticanza, emergono nuove eccezionali testimonianze, come la fede dell’artigliere Gaetano Sacco, il gavettino del carabiniere Plado Mosca, gli strumenti medici del dottor Genderini, e tante altre che permettono di far luce sul mistero e di raccontare storie inedite. Tutto ciò è reso possibile dall’impegno e dal servizio volontario di ricercatori e appassionati, fra cui Aleksander Perminov, Cristiano Maggi, Edoardo Chiappafreddo, Enia Accettura.
Per Di Girolamo si tratta di una nuova esperienza editoriale, che segue alcuni recenti volumi come “Prigionieri della Steppa” (Gaspari, 2019), “Armir – Il Ritorno dall’Oblio” (Tralerighe, 2022) pubblicato insieme a Enia Accettura e Cristiano Maggi, “Fiamme sul Don” (Tralerighe 2024) pubblicato insieme ad Enia Accettura. In questi anni Di Girolamo ha svolto, in collaborazione con esperti, Istituzioni e Associazioni d’Arma, molte ricerche storiche ed anagrafiche, giungendo ad essere riconosciuto un esperto a livello nazionale sulla storia dei bersaglieri e sugli eventi della campagna di Russia.
I marsalesi caduti in Russia durante il conflitto mondiale
Nel volume vi è spazio anche per i centotrentadue marsalesi che persero la vita in Russia, caduti in battaglia o nei campi di internamento. Il libro ha ricevuto il patrocinio della sezione di Paceco dell’Associazione Nazionale Bersaglieri e della comunità creativa La Città che Vorrei.
“Nonostante il tempo trascorso, lo spirito e la perseveranza di molti volontari e dei familiari dei protagonisti di quelle tragiche vicende alimenta la ricerca. Si presentano inaspettate occasioni che permettono di far luce sulla sorte di molti giovani inviati a combattere una guerra in un Paese lontano, lontani dalla propria casa e dagli affetti. Anche i russi vissero simili vicissitudini. Ringrazio tutti gli amici preziosi che hanno contribuito a dare vita a questa storia. Cerchiamo di onorare il ricordo di chi ha pagato con la vita e di chi, pur sopravvissuto, ha portato con sé le conseguenze di una grande sofferenza. Oggi più che mai, mentre viviamo tempi di tensione e mentre spirano venti di guerra, tutti i governanti sono chiamati ad un senso di responsabilità per evitare di commettere gli errori del passato, scegliendo un cammino di pace e pacifica convivenza”, ci ha detto lo scrittore marsalese.