E’ stato un San Valentino doloroso per Francesco Forgione, ormai ex sindaco di Favignana. Dopo tre ore e mezza di dibattito e un suo intervento accorato di 33 minuti, il Consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia nei suoi confronti con otto voti favorevoli su dodici. Nessun astenuto, nessun contrario. Alla fine del suo intervento Forgione ha abbandonato l’aula seguito dai suoi. Agli otto consiglieri rimasti non è toccato altro che votare la mozione di sfiducia e la sua immediata esecutività. Assente la consigliera indipendente Giuseppina Salerno, fuori sede per motivi professionali che aveva chiesto il rinvio della seduta di 24 ore ma che è stata ignorata. Con questa decisione, le Egadi rimangono ora senza amministrazione: sfiduciato il sindaco, sono decaduti anche Giunta e Consiglio comunale. Adesso si attende la nomina di un commissario da parte della Regioni siciliana, che traghetti l’arcipelago alle prime elezioni utili.
Si tratta della seconda mozione di sfiducia in meno di un anno, un dato che riflette le tensioni e le profonde spaccature all’interno del Consiglio comunale. A firmare il documento sono stati i consiglieri Kim Ernandez, Maria Sinagra, Antonino Lo Iacono, Francesco Sammartano, Emanuela Serra, Antonella Armetta, Giuseppe Bannino e Pietro Giangrasso, quest’ultimo passato all’opposizione appena un mese fa. Le accuse rivolte a Forgione si concentrano sulla gestione amministrativa, ritenuta poco condivisa con il Consiglio e la comunità, oltre che su presunti fallimenti nella gestione delle risorse pubbliche.
Le dichiarazioni di Forgione: “Sfiduciato per ragioni politiche”
All’indomani della sfiducia, Francesco Forgione non ha usato mezzi termini per commentare l’accaduto. In un videomessaggio ha respinto le accuse, definendo la mozione un’operazione politica finalizzata a rimuovere la sua amministrazione proprio nel momento in cui il Comune si apprestava a gestire investimenti cruciali.
“Chi mi ha sfiduciato ha votato una mozione di otto pagine in cui non compare mai la parola ‘illeciti amministrativi’, in un Comune che è stato sciolto due volte per gravi illeciti. La Corte dei Conti ha certificato che Favignana ha i conti in ordine e che abbiamo sanato decine di situazioni irregolari. Eppure, la mia amministrazione è stata cacciata con una manovra di potere che va oltre i confini dell’arcipelago.”
Forgione ha messo in evidenza il lavoro svolto per il territorio: il progetto per il nuovo porto, i fondi del PNRR, interventi per 20 milioni di euro sulla depurazione, i dissalatori, la rete idrica, l’ammodernamento energetico e il trasporto pubblico locale. Ha inoltre ricordato gli investimenti per le scuole, alcune delle quali ancora oggi dopo 40 anni, non hanno neanche l’agibilità sismica.
“Perché proprio ora si vuole mandare a casa un’amministrazione? Abbiamo firmato il contratto per il porto e avviato lavori strategici per il futuro dell’isola. Ora, con l’estate alle porte, il Comune rischia di essere lasciato in balia delle onde.”
Il Consiglio comunale e il “tabù” della mafia
Durante il suo intervento in aula, Forgione ha anche richiamato l’attenzione su un tema scottante: la criminalità organizzata. Ha ricordato anche l’impegno per la legalità durante il suo mandato in un Comune, quello di Favignana, spesso, nel passato, al centro di irregolarità di vario tipo e di inchieste giudiziarie, e ha ricordato anche l’influenza di Cosa nostra in molte vicende dell’economia e della politica egadina. “Dite che con la mia cacciata si chiude una pagina nera del Comune di Favignana. Dimenticate quali sono stati i momenti bui di Favignana, quando avete tentato di eleggere Sindaco il senatore D’Alì, oggi in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, o quando i sindaci sono stati rimossi per illeciti amministrativi” ha detto Forgione. Le sue parole hanno scatenato una reazione immediata da parte degli otto consiglieri favorevoli alla mozione di sfiducia che hanno cercato di zittirlo: “Non può parlare di queste cose perché non sono all’ordine del giorno – replicano i consiglieri – ma deve solo replicare a quello che è scritto nella mozione di sfiducia” richiamando il regolamento. “Ogni intervento deve richiamare gli argomenti in discussione ha ribattuto Forgione -. Volete un giurì d’onore per dirmi di cosa devo parlare?“. “Non avete mai fatto una denuncia sulla mafia“.
Chi è Francesco Forgione?
Francesco Forgione non è un nome qualunque nella politica italiana. Già presidente della Commissione Parlamentare Antimafia dal 2006 al 2008, è stato deputato e segretario regionale di Rifondazione Comunista in Sicilia. Studioso e autore di saggi sulla criminalità organizzata, tra cui il libro ’Ndrangheta. L’evoluzione della mafia più potente del mondo, Forgione ha dedicato la sua carriera alla lotta contro le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni.
L’esperienza da sindaco di Favignana si inserisce in questo percorso, con una gestione improntata alla trasparenza e alla legalità. Tuttavia, la sua amministrazione ha dovuto affrontare resistenze e opposizioni, culminate nella mozione di sfiducia che lo ha costretto a lasciare l’incarico.
Favignana verso il futuro: scenari incerti
La sfiducia a Forgione lascia Favignana in una situazione di grande instabilità. Con l’estate alle porte e progetti fondamentali per l’arcipelago in bilico, il futuro amministrativo dell’isola appare incerto.
Resta da capire chi guiderà il Comune nei prossimi mesi e quali saranno le conseguenze politiche di questa decisione. Intanto, Forgione lascia con l’amarezza di chi ha tentato di cambiare le cose e si è scontrato con le resistenze di un sistema complesso. Ma il suo messaggio finale è chiaro: “Io ho servito queste isole con trasparenza, rigore etico e morale. Altri dovranno spiegare perché hanno deciso di fermare tutto proprio ora”.