Torna per il sesto anno consecutivo Itaca Chiama Sanremo, la rubrica che nei giorni del Festival della Canzone Italiana propone i commenti e i voti di 5 artisti del trapanese. Quest’anno la kermesse canora della Città dei Fiori vede il ritorno di Carlo Conti alla conduzione, accompagnato nella seconda serata di ieri sera dai co-conduttori Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica. A giudicare i cantanti in gara saranno 5 artisti del nostro territorio – uno a serata – che provengono da diversa formazione musicale e teatrale e che commenteranno le 5 serate del Festival di Sanremo con uno sguardo critico, divertito, tecnico, di cuore.




SECONDA SERATA – I VOTI E I COMMENTI DI FRANCESCO DI GIOVANNI
Rocco Hunt – Mille vote ancora: 3
Nulla di nuovo, anche rispetto ai suoi precedenti brani. Troppe parole, niente pause, niente emozioni!
Elodie – Dimenticarsi alle sette: 4
Partiamo dal fatto che direi anche basta al tema “amore distrutto, solitudine per via dell’amore…” ha già scritto più di metà della sua discografia su questi temi, ripetere al festival di Sanremo mi sembra eccessivo. Tuttavia incredibilmente canta note come la 7/9 nella melodia, merita un punto in più rispetto a Rocco Hunt.
Lucio Corsi – Volevo essere un duro: 6.5
Apprezzo il personaggio e tanto il fatto che ci siano solo due autori dietro la sua canzone. Il testo è scritto bene ma avrei osato sull’arrangiamento che, a mio dire, risulta troppo piatto.
The Kolors – Tu con chi fai l’amore: 4
Una canzone quasi perfetta per la trash summer 2025.
Serena Brancale – Anema e core: 3
Ho avuto la fortuna di suonare con Serena Brancale. La seguo dai tempi di “galleggiare” e fino a due anni fa era a mio avviso l’unica che davvero stesse provando a distinguersi con qualità. Era riuscita nell’intento. Le uscite discografiche da due anni a questa parte fanno intuire che la qualità e il numero del suo fan club non rispecchiassero i parametri della sua casa discografica. Per me è un fallimento in toto.
Fedez – Battito: 2
Esprimere un giudizio per questo brano è davvero una sfida. Magari in un altro contesto avrebbe avuto persino una posiziona ma non al festival della canzone italiana.
Francesca Michelin – Fango in paradiso: 5
L’artista rispecchia parzialmente i presupposti per ritrovarsi fra i primi 10 finalisti. Bell’arrangiamento dell’orchestra al contrario del testo che a tratti appare banale.
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: 8
Mi ha emozionato al primo ascolto. Un testo stupendo e arrangiamento che esalta parola per parola.
Marcella Bella – Pelle Diamante: 5
Neppure lei ha portato nulla di nuovo. Il brano è comunque ben costruito. Senza dubbio un altro tormentone estivo.
Bresh – La tana del granchio: 4
Il brano è troppo piatto. Carino il testo, ma manca tutto il resto.
Achille Lauro – Incoscienti giovani: 7
Achille Lauro ha sicuramente superato le mie aspettative. Costruzione logica del brano con dei bei momenti, che richiamano delle emozioni a tratti.
Giorgia – La cura per me: 9
Una canzone completa quasi in ogni dettaglio. Giorgia è la prova di quanto bisogna studiare per ottenere dei buoni risultati. Il brano è dinamico, curato sillaba per sillaba sulle note.
Rkomi – Il ritmo delle cose: 2
Non ho capito una parola per i primi 20 secondi. Ha un evidente problema di dizione.
Rose Vallain – Fuorilegge: 4
Il brano ha del potenziale. Il problema sta nel registro sul quale è costruita la linea melodica. Il registro è troppo alto per l’artista tanto da risultare logorroica.
Willie Peyote – Grazie ma no grazie: 7
Il groove di questo festival è rappresentato da lui. Mi piace il personaggio, il timbro. Il brano si presenta ordinato, senza mai uscire fuori dal focus.