Incalzato da turni massacranti, aggressioni e contenziosi, il personale sanitario resiste. Filippo Mangiapane, presidente dell’Ordine dei Medici di Trapani, lancia un appello: “Non siamo maghi, siamo professionisti. È tempo che istituzioni e cittadini agiscano insieme per salvare il sistema sanitario”.
Presidente Mangiapane, quali sono oggi le principali difficoltà che i medici si trovano ad affrontare?
“La situazione è critica su molti fronti. Il problema più evidente è la carenza di organico: nei nostri ospedali e sul territorio il personale è insufficiente, costringendo i medici a turni massacranti. Questo rende impossibile conciliare la professione con la vita privata e ha inevitabili conseguenze sulla qualità delle cure. Una volta lavorare nel pubblico era il sogno di ogni medico, anche per il prestigio che ne derivava. Oggi non è più così. Il nostro SSN non è più attrattivo come una volta. E come se non bastasse, la categoria è sotto attacco, sia fisicamente che mediaticamente”.
Cosa intende quando parla di “categoria sotto attacco”?
“Mi riferisco a due aspetti. Da un lato, c’è l’aumento preoccupante delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario, soprattutto nei pronto soccorso e nelle guardie mediche. Dall’altro, assistiamo a un’esplosione dei contenziosi giudiziari contro i medici. Troppo spesso i nostri colleghi finiscono sotto i riflettori mediatici per accuse infondate: il 95% dei procedimenti si conclude con un nulla di fatto, ma nel frattempo il danno personale e professionale è enorme”.
Questa situazione come incide sul rapporto tra medici e pazienti?
“Il rapporto di fiducia è compromesso e questo è uno degli effetti più gravi. Noi medici non siamo maghi ma professionisti che ci impegniamo ogni giorno per garantire il diritto alla salute. E’ necessario che si ritorni a vedere il medico come un alleato, non come un nemico anche perché l’alleanza medico – paziente è fondamentale per l’efficacia delle cure”.
Come affrontate queste difficoltà?
“Non ci arrendiamo, anzi. Queste sfide ci spingono ad essere ancora più determinati. Siamo convinti che un’azione congiunta tra Ordine, istituzioni e cittadini possa migliorare la situazione. Serve contrastare la carenza di personale rendendo più attrattivo lavorare nel SSN, misure di sicurezza per proteggere il personale sanitario e campagne di sensibilizzazione per ristabilire la fiducia tra medici e pazienti”.
Cosa si aspetta dalle istituzioni?
“Interventi concreti e tempestivi. La sanità è un pilastro fondamentale della società: investire nel sistema sanitario significa garantire un futuro più equo per tutti. Mi auguro che le nostre richieste non restino inascoltate”.
Qual è il messaggio che vuole mandare ai cittadini?
“La salute è un diritto fondamentale della persona, ma per tutelarla servono rispetto e collaborazione. Noi continueremo a fare la nostra parte con dedizione e professionalità. Ora tocca anche alle istituzioni e alla società civile unirsi a noi per rendere il sistema sanitario più forte e accessibile”.
In chiusura, possiamo dire che la speranza c’è ancora?
“Assolutamente sì. Le difficoltà non ci scoraggiano, ci spingono a lottare con maggiore forza. Credo fermamente che, lavorando insieme, possiamo superare questa crisi e costruire un sistema sanitario migliore”.