La scoperta delle proprie radici, la rivelazione di una Sicilia vista con ‘occhi altri’, con uno sguardo nuovo ed emozionale, l’incontro tra due amici che condividono lavoro e passione per il cinema ed il teatro. Nasce così “Mike Loves Sicily”, la docu-serie prodotta da 3 Points Productions 2023 in collaborazione con la Sicilian Film Commission, realizzata da Michael C. Allen e Francesco Torre, il primo americano dalle radici trapanesi, il secondo marsalese doc. Due mondi apparentemente lontani che si avvicinano al di là dell’ego campanilistico per dare nuova linfa e voce alla Sicilia e ai nostri territori.
“Mike Loves Sicily” è il titolo che è sunto perfetto per raccontare un viaggio. Torre ci racconta.
Abbiamo iniziato a girare nel 2020, in pandemia. C’era ancora il primo lockdown e stavamo finendo di scrivere un film. Anche i set cinematografici dovevano rispettare le restrizioni imposte dal Governo. Così siamo partiti 58 giorni in giro per la Sicilia, partendo da Marsala alla volta di Trapani, Erice, Favignana, Marettimo, Palermo, Cerda – paesino da cui il nonno di Mike partì per raggiungere New York – poi ancora Cefalù, Oliveri, Eolie fino all’Etna, girando anche per Taormina, Catania, Siracusa, Ragusa, Noto, Enna, Caltanissetta ed infine Pantelleria. E’ proprio da Michael che parte il nucleo centrale della storia: un americano di origini siciliane che vuole conoscere i luoghi che hanno dato i natali ai bisnonni. La serie inizia con lui che arriva a Marsala raccontando il suo percorso, i suoi cambiamenti nel lavoro, i miglioramenti anche fisici, iniziando a mangiare in maniera salutare, eliminando il fumo. Uno stravolgimento personale insomma. In uno di questi viaggi in Sicilia Michael scrive la sceneggiatura di un film assieme a un amico, io supero il provino ed inizio a studiare l’inglese. Proprio a Marsala Mike incontra me, primo attore del suo primo film in Sicilia e così nasce il nostro giro per l’isola…
Siete riusciti a guardare la Sicilia sotto un altro punto di vista, semplice e al contempo sentimentale. E’ così?
Il plot della serie è lampante: siamo stupiti delle cose che vediamo in giro per la Sicilia. Entrambi i personaggi – quello mio e di Mike – scoprono città che già avevano visto ma che in realtà poco conoscevano. Sul set non seguivamo un copione, era tutto improvvisato: guardavamo un paesaggio, un monumento e ci stupivamo del punto di vista nuovo che catturavamo. Abbiamo visitato i posti più belli della Sicilia e lo abbiamo fatto grazie alla Film Commission della Regione siciliana che ci ha permesso di entrare liberamente in luoghi come il Teatro Antico di Siracusa. La Film Commission ci ha garantito i giusti contatti con enti e soprintendenze, iter che solitamente hanno dei costi per una casa di produzione.
“Mike Loves Sicily” si può trovare su You Tube. Avrà un seguito?
Sì, stiamo lavorando alla terza stagione; le prime due sono già visibili gratuitamente su You Tube, basta cercare la pagina “Mike Loves Sicily”. La terza sarà incentrata sui borghi, sui miti e sui riti siciliani. Inizialmente la serie è stata distribuita dal portale webeam.it.


La serie ha aperto in qualche modo le porte al Trapani Film Festival, l’evento dedicato alla cinematografia siciliana e non, che già da due anni in estate si svolge nel capoluogo di Provincia.
Esattamente. Quando Mike Loves Sicily è stato presentato al Taormina Film Festival ci siamo detti: perchè non realizzare una festa del Cinema a Trapani? Due anni dopo lo abbiamo fatto. Abbiamo prima studiato tanto per realizzare un evento così e dopo due edizioni alle spalle ricche di proiezioni, iniziative e ospiti famosi, possiamo dire che la Città a poco a poco si sta affezionando, ci sta accogliendo e già adesso in tanti ci chiedono della terza edizione. Ci stiamo preparando al Trapani Film Festival 2025 con tante novità; stiamo pensando di sconfinare le tre giornate previste e cambiare location, valutando altresì di spostare le proiezioni al pomeriggio per garantire la visione dei film in assoluto silenzio. A supportarci ci sarà sempre l’Università di Palermo. Chissà, magari il TFF diventerà un Festival diffuso, un Festival provinciale…