“In occasione della festività di Maria Bambina, che da sempre, nella nostra tradizione, coincide con la vendemmia, mi rivolgo a voi con sentimenti di profonda vicinanza, condivisione e solidarietà”. Inizia così la lettera che il vescovo della Diocesi di Mazara, monsignor Angelo Giurdanella, ha inviato ai viticoltori del territorio.
“Questa festa, che un tempo celebrava i frutti abbondanti del lavoro della terra – prosegue il vescovo – oggi assume per voi un significato ben diverso, più doloroso. Sono ben consapevole delle drammatiche difficoltà che state affrontando, e sento il dovere di far risuonare la vostra voce e il vostro grido di allarme, per tracciare percorsi impegnativi ma praticabili e garantire di proseguire nella vostra attività che è vitale per tutte le economie”.
Monsignor Giurdanella ricorda le difficoltà della vendemmia 2023, quando la peronospera dimezzò il raccolto, lasciando “una ferita profonda per un territorio che vive del frutto della terra, del lavoro e del sudore dei suoi contadini” per poi passare a una riflessione sulle vicende attuali.
Prosegue il vescovo: “A rendere la situazione ancor più insostenibile, quest’anno è arrivata la siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, che ha ulteriormente aggravato le difficoltà, che ha avuto come risultato un crollo produttivo senza precedenti: tracollo che non consente nemmeno di coprire i costi di produzione che ognuno di voi sostiene per coltivare la propria vigna. In queste condizioni, non solo non è possibile generare profitto, ma non si riescono neppure a mantenere in piedi le vostre attività, a pagare i fornitori, i lavoratori stagionali, e a garantire il sostentamento delle vostre famiglie. È una crisi che non colpisce solo l’economia, ma tocca in profondità la dignità di chi, con sacrificio, da generazioni lavora la terra. Ad aggravare la situazione gli elevati costi energetici, la concorrenza sul mercato, un eccesso di procedure amministrative e norme sempre più restrittive”.
La crisi ha messo in ginocchio chi lavora i campi, ma coinvolge anche le cantine sociali: “L’ammanco di uva – aggiunge Giurdanella – ha colpito duramente la loro attività, portando molte di esse sull’orlo della chiusura. Queste cantine, spesso costituite da piccoli e medi viticoltori che si uniscono per fare fronte comune, non riescono più a sostenere i costi di lavorazione e produzione. La mancanza di uva e di liquidità le espone a rischi gravissimi, e senza aiuti concreti rischiamo di veder sparire un modello di cooperazione agricola che è stato per decenni un pilastro della nostra comunità”
A seguire, il vescovo di Mazara riserva parole fortemente critiche verso “il silenzio assordante delle istituzioni, che sembrano aver voltato le spalle ai viticoltori e al mondo agricolo in generale. Anziché intervenire con decisione e urgenza per sostenere chi è in difficoltà, assistiamo all’inerzia di chi dovrebbe garantire misure di soccorso immediate, politiche di sostegno concreto e piani a lungo termine per la salvaguardia del settore agricolo. Questa mancanza di azione non solo aggrava la crisi, ma lascia spazio a chi si potrebbe avvantaggiare della crisi e dal collasso di migliaia di piccole e medie aziende viticole”.
Giurdanella mette in guardia anche dietro al rischio di un ritorno a logiche latifondiste “il crollo del valore fondiario potrebbe permettere l’acquisizione delle terre da parte di grandi gruppi speculativi, interessati più al profitto che alla custodia del territorio ed al bene comune. Non possiamo permettere che ciò accada. Non possiamo accettare che il sacrificio e l’amore per la terra di generazioni di viticoltori venga cancellato per assecondare logiche di mercato che favoriscono solo pochi, a scapito di molti”.
Il vescovo cita Papa Francesco e l’enciclica “Laudato sì”, che “ricorda con forza che la terra non è una risorsa da sfruttare fino all’esaurimento, ma un dono prezioso che ci è stato affidato per essere custodito con cura e responsabilità”. Alla luce di ciò, il vescovo di Mazara garantisce ai viticoltori: “La Chiesa è con voi. Non siete soli in questa battaglia. Condivido il vostro dolore, la vostra fatica, e mi impegno, insieme a voi, a chiedere giustizia e misure concrete per evitare che l’agricoltura della nostra terra venga cancellata. La crisi che state vivendo non può essere ignorata. È urgente che le istituzioni rispondano, con determinazione e rapidità, per proteggere il lavoro agricolo e garantire un futuro dignitoso a chi, come voi, vive del frutto della terra. Non stiamo parlando solo di economia o di numeri, ma del futuro di un’intera comunità, della preservazione della nostra cultura, della nostra identità e delle nostre radici. Non dimentichiamo nessuno, nemmeno i braccianti agricoli stagionali, che a motivo della crisi si trovano in grave difficoltà, nessuno deve sentirsi escluso! Per questo, è necessario alzare la voce, richiamare con forza le istituzioni a intervenire, perché ogni giorno che passa senza azioni concrete segna una nuova perdita, non solo per i viticoltori, ma per tutti noi. L’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro non solo esprime solidarietà, ma è disponibile all’ascolto di tutti e alla condivisione di iniziative per fronteggiare l’emergenza e per dare il proprio contributo all’intero comparto vitivinicolo! Facciamo tutti la nostra parte. Cari viticoltori, vi esorto a non arrendervi. La vostra lotta è giusta e necessaria. La vostra passione per la terra, il vostro attaccamento al lavoro agricolo sono un esempio di resistenza e dignità. Affidiamoci a Maria Santissima Bambina, chiedendole di intercedere per voi, per le vostre famiglie e per il futuro delle nostre campagne. Che vi dia la forza di continuare a credere nel vostro lavoro e la speranza di un futuro migliore, più giusto e più solidale. Vi siamo accanto e vi ammiriamo, non solo per le fatiche di una professione difficile ma anche per la passione con cui affrontate le sfide del tempo presente. Saluto tutti e vi benedico con l’affetto di padre, la sollecitudine di fratello, e con l’amicizia che si fa condivisione”.