Ars, si va verso l’aumento degli assessori nei comuni siciliani

Gaspare De Blasi

Ars, si va verso l’aumento degli assessori nei comuni siciliani

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lunedì 09 Settembre 2024 - 10:03

La legge che aumenta gli assessori in tutte le giunte comunali sarà la prima a essere esaminata dall’Ars, già martedì prossimo. L’accelerazione voluta da Forza Italia ha portato al suo inserimento come unico punto all’ordine del giorno per la prima seduta del Parlamento dopo la pausa estiva.

E’ stato ufficializzato che l’unico punto all’ordine del giorno martedì, quando il Parlamento riaprirà dopo 40 giorni di ferie, è la legge che crea 390 nuove poltrone da assessore (una in più in ogni Comune) e il consigliere supplente (il primo dei non eletti che subentra ai colleghi che entrano in giunta). In più prevede di raddoppiare, da 1 a 2, i vice presidenti del consiglio comunale.

A Palermo si passerebbe da 11 a 12 assessori, a Catania da 10 a 11. In Comuni medio grandi come Gela, Bagheria, Marsala, Trapani si passerebbe da 7 a 8. Tutti i piccoli centri che oggi hanno 4 assessori salirebbero a 5.

Pd e grillini proporranno un ritorno in commissione del testo perché venga integrato con una riforma più ampia degli enti locali. Questa prevede norme aggiuntive, come quella che allunga la durata del permesso dal lavoro a favore dei consiglieri comunali che hanno anche un altro impiego: oggi il permesso è limitato alle ore di riunione del consiglio, con le nuove norme varrebbe tutta la giornata. In più verrebbe innalzato il limite di voti necessario ad approvare la mozione di sfiducia al sindaco e verrebbe introdotto l’obbligo di avere almeno il 25% di donne in giunta. L’opposizione ha chiesto che l’aumento degli assessori avvenga «a invarianza di spesa»: in ogni Comune, quindi, gli attuali assessori dovrebbero ridursi lo stipendio per fare spazio a un nuovo collega. Il marsalese Stefano Pellegrino, capogruppo dei forzisti, apre a questa soluzione: «Si farà così. Non ci sono alibi adesso per l’opposizione».

In realtà l’opposizione teme altri blitz a Sala d’Ercole. Formalmente il testo al voto martedì è una legge destinata al riassetto delle Province nella quale sono stati inseriti emendamenti che aumentano gli assessori nei Comuni. Il Pd teme quindi che il centrodestra sfrutti questo equivoco per tornare a riformare le Province, per le quali invece all’inizio dell’estate si è deciso di rinunciare all’elezione diretta e votare a dicembre con elezioni di secondo livello (quelle in cui sono chiamati alle urne solo sindaci e consiglieri del territorio).

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