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L’ex stabilimento Florio, storia e cultura a Favignana

È uno degli esempi di archeologia industriale siciliana più riusciti: l’ex stabilimento Florio, l’antica tonnara, è oggi un museo che testimonia la florida attività sull’isola e il ruolo sociale che essa ebbe, facendone rivivere gli spazi e le suggestioni. Ben visibile già dal porto, all’arrivo sull’isola, con i suoi archi che si immergono in mare, occupa uno spazio di ben 32.000 metri quadri, di cui tre quarti coperti, composti da una serie di corti interne e locali, diversi per ampiezza e uso.

L’elegante ingresso è caratterizzato da un bellissimo portone dominato dallo stemma dei Florio. Qui entrava il tonno che arrivava sulle muciare al termine della giornata di mattanza e da qui usciva un prodotto trasformato, pronto per essere commercializzato. Nel mezzo, c’erano i Florio e i Favignanesi, uomini e donne impegnati con vari ruoli nella tonnara. Le loro testimonianze sono oggi vive attraverso delle istallazioni multimediali che è possibile trovare all’interno.

Fu Ignazio Florio a dare allo stabilimento la forma attuale dopo l’acquisto delle isole e della tonnara nel 1874. Florio chiese l’intervento del noto architetto dell’epoca Giuseppe Damiani Almeyda che ampliò e ristrutturò la tonnara già esistente. Al corpo di fabbrica iniziale si aggiunsero magazzini, sale per il confezionamento e strutture di servizio. Ne venne fuori una moderna industria dove era ben chiara l’impronta dei Florio e dove alcune centinaia di addetti operavano secondo un ciclo produttivo ben preciso.

Il pescato veniva lasciato a scolare per poi essere tagliato a pezzi e cotto nelle 24 grandi caldaie che ancora oggi è possibile vedere. L’asciugatura avveniva in ceste di ferro poste in magazzini ben ventilati mentre un altro locale, dove erano presenti macchinari e saldatrici, serviva per la lavorazione delle latte. Anche quando la stella dei Florio si spense, la tonnara rimase attiva: divenne prima proprietà dell’IRI e poi, dal 1937, degli industriali genovesi Giovan Battista e Vittorio Parodi. Nel 1991 lo stabilimento fu acquisito dalla Regione Sicilia che, nei primi anni 2000, avviò i lavori per la ristrutturazione. Oggi l’ex Stabilimento Florio accoglie una sezione archeologica. Tra questi, vari tipi di anfore, un rostro recuperato nelle acque a Nord-Ovest di Levanzo e una fiasca in peltro rinvenuta nelle acque e del Bue marino, probabilmente risalente al XIV sec. e contenente ancora il vino originario.

È possibile inoltre conoscere la storia della tonnara sia attraverso spazi e attrezzature sia tramite la video-installazione, a cura di Renato Alongi, che raccoglie le testimonianze di alcuni anziani operai. L’ex spogliatoio donne ospita invece la mostra fotografica con le opere di Sebastiao Salgado, Renè Burri, Leonard Freed e Ferdinando Scianna. In altre sale sono collocate la mostra permanente del fotografo tedesco Herbert List, la video installazione “The death room” e un documentario girato tra il 1924 e il 1931 dall’Istituto Luce. Un’area dell’ex stabilimento Florio ospita anche il Centro di Recupero per tartarughe marine.

Antonella Genna

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