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La Grotta del Genovese, tra incisioni e pitture rupestri per un tuffo nel passato

Risalgono alla fase finale del paleolitico superiore e al neolitico le raffigurazioni preistoriche della Grotta del Genovese. Scoperte casualmente nel 1949, rappresentano oggi una delle più importanti testimonianze della vita delle comunità preistoriche nel Mediterraneo.

Posta sul versante occidentale dell’isola di Levanzo, l’area è composta da un’ampia camera d’ingresso all’interno della quale si apre un passaggio molto più piccolo e che porta alla camera interna dove si possono ammirare le raffigurazioni, perfettamente conservate grazie al microclima ottimale che si mantiene inalterato, all’interno della grotta, in ogni periodo dell’anno. Pochi passi e dal mondo moderno si torna indietro nel tempo di almeno 10.000 anni provando a immaginare come vivevano e come pensavano i nostri antenati.

Tra le raffigurazioni, è possibile distinguere due cicli diversi: le incisioni e le pitture.

Le incisioni risalgono alla fine del paleolitico superiore e colpiscono per l’abilità del tratto, per la precisione, la correttezza delle proporzioni e la vivacità espressiva.

Tra soggetti rappresentati molti animali di grossa taglia. Si possono distinguere bovidi, equini e cervidi ma sono presenti anche delle figure umane.

Ai piedi della parete di fondo della grotta, in posizione isolata rispetto altre, tre figure vicine fra loro sembrerebbero impegnate in una danza.

Le pitture invece risalgono alla fase finale del Neolitico e sono prevalentemente di colore nero. Tra queste, assumono particolare rilievo quattordici idoletti che gli esperti hanno recentemente messo in relazione con alcune figure in pietra ritrovate a Malta.

Le pitture rupestri della Grotta del Genovese sono fortemente stilizzate: il corpo è quasi sempre filiforme e gli arti sono lunghi e sottili. Tuttavia ci sono anche esempi di figure in cui il corpo è più morbido e voluminoso.

Tra gli animali raffigurati anche il tonno, a testimoniare il suo legame antico con questi mari.

Una soltanto è la pittura in rosso, risalente al paleolitico, che rappresenta un corpo sinuoso con la testa a forma di cuneo.

La Grotta del Genovese è visitabile ed è raggiungibile sia via terra che via mare. Per arrivare è tuttavia necessario percorre un sentiero a piedi. Per la visita, che si effettua esclusivamente con la guida, è necessaria la prenotazione almeno 48 ore prima.

Antonella Genna

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