Gremita la sala stampa del Mulino delle Saline Ettore e Infersa presente per un focus sulla salicoltura. A Roma nei giorni scorsi infatti, si è formato il coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le società di gestione delle Saline di mare italiane hanno formalizzato la collaborazione dettata dai molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino.
A Marsala Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia ha specificato che l’agricoltore è il custode del territorio e anche il salinaro lo è “… la confederazione ha come obiettivo quello di abbracciare anche i salicoltori”.
L’intesa è stata firmata da diverse società dello Stivale, tra cui dalla Sosalt Spa che lavora da anni nella produzione del sale nella fascia costiera tra Trapani e Marsala. Si parla di mille ettari, il maggior produttore di sale marino dell’isola. Ma c’è anche il grande Parco della Salina di Cervia che ha fatto tanto per la valorizzazione del sale marino italiano Isola Longa, proprio facente parte dello Stagnone.
Tante le Istituzioni presenti, come i sindaci dei tre comuni interessati, Marsala, Paceco, Trapani e Misiliscemi, accolti dal presidente e AD Sosalt Giacomo D’Alì Staiti e da Piero Galli, AD della Salina Isola Longa. Per l’Assessorato all’Agricoltura presente Dario Cartabellotta.
Gli obiettivi del progetto sono molteplici, in primis dimostrare che anche la coltivazione del sale marino è assimilata alla attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale.
In Sicilia il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali. Non solo raccolta del sale, quindi, ma vera e propria salicoltura. Da un punto di vista naturalistico le saline rappresentano aree privilegiate per l’avifauna, le specie protette di animali e piante acquatiche. Ma sale si traduce anche in turismo, le saline ogni anno sono sempre più meta turistica destagionalizzata, è possibile immergersi nelle vasche di sale; “oro bianco” che lavorato diventa anche un prodotto non solo per la cucina ma per l’oggettistica, per la cura della pelle. Senza dimenticare quanto importante sia il turismo cinematografico in queste zone e che sta crescendo sempre di più.