Una panchina per Giulio Regeni: anche Marsala chiede verità e giustizia

Vincenzo Figlioli

Una panchina per Giulio Regeni: anche Marsala chiede verità e giustizia

Condividi su:

lunedì 25 Settembre 2023 - 17:11

Volge lo sguardo al mare, lanciando un messaggio di incontro nel nome di un giovane che dei diritti umani ha fatto una ragione di vita.

Su iniziativa del Parco Lilibeo, delle associazioni 38° Parallelo e Amici del Parco Archeologico, Marsala ha una panchina dedicata a Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto in circostanze mai chiarite. La panchina, realizzata e installata dagli artigiani Giampiero De Vita, Nino Parrinello e Yaya Magassa, si trova davanti al sagrato della Chiesa di San Giovanni Battista, a pochi metri da Capo Boeo, punta estrema della Sicilia d’Occidente che guarda verso l’Africa del Nord. Si tratta della 107esima panchina installata per mantenere vivo il ricordo di Giulio Regeni, a 7 anni e mezzo dal suo omicidio, come hanno ricordato i promotori dell’iniziativa, a cui hanno aderito scuole e associazioni del marsalese.

Nel corso dell’evento dedicato all’inaugurazione della panchina, la direttrice del Museo Lilibeo Anna Occhipinti ha aperto i lavori, ribadendo l’importanza del valore della memoria per mantenere alta l’attenzione sulla vicenda di Giulio Regeni e sulla necessità di perseguire verità e giustizia sul caso. Poi il promotore del Festival 38° Parallelo, Giuseppe Prode, ha presentato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, attiva nella tutela dei diritti umani con l’associazione Scorta Mediatica, un’iniziativa che – come ha ribadito in collegamento telematico la professionista “nasce per obbedire al dovere inderogabile di solidarietà previsto dalla nostra Costituzione”. A seguire, il videomessaggio dei genitori di Giulio Regeni – Claudio e Paola – che hanno ringraziato la comunità marsalese, testimoniando anche il proprio apprezzamento per la location individuata per la panchina. Infine, Salvatore Inguì ha sottolineato la necessità di promuovere maggiormente le buone pratiche portate avanti dal mondo dell’associazionismo, in modo da rafforzare un modello culturale alternativo a quello spesso imposto da alcune forze politiche e dai media, che spesso tendono a voler togliere valore a chi accoglie e testimonia la propria solidarietà verso gli ultimi, nel nome di un cinico efficientismo che finisce per perdere di vista i principi fondanti di una civiltà democratica.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta