Ocse: meno nascite meno alunni, la Sicilia è maglia nera dell’abbandono scolastico

redazione

Ocse: meno nascite meno alunni, la Sicilia è maglia nera dell’abbandono scolastico

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lunedì 23 Gennaio 2023 - 08:18

La quota di giovani italiani con un titolo di istruzione terziaria è ancora distante dalle medie Ocse e Ue 27. L’Italia continua a essere la nazione che in ambito Ue rappresenta quella con la più alta quota di giovani che non studiano e non lavorano: lo dice un rapporto Censis.

La fragilità di cui parla il Censis è conseguente – al netto, viene aggiunto, della congiuntura economica negativa che tende a replicarsi negli anni – all’incapacità “… del complessivo sistema di istruzione e formazione di orientare e formare gli individui in modo coerente ai fabbisogni del mercato del lavoro; al sistema produttivo incapace di acquisire nuove risorse funzionali al proprio sviluppo, privilegiando anziché la qualità delle risorse umane, il contenimento del costo del lavoro; al basso investimento in politiche attive del lavoro”.

Servono però i decreti attuativi, come pure occorre per la recente riforma degli istituti tecnici e professionali: alla cornice fatta di principi e indicazioni deve seguire concretizzazione. Resta residuale anche l’apprendistato di secondo livello, come ormai limitato ai master universitari è l’apprendistato di terzo livello.

Nel complesso, i numeri dell’anno scolastico 2021-2022 sono stati questi: quasi 7,3 milioni (7.263.157) di studenti e poco meno di 924mila (923.852) docenti. Li ha forniti all’Agi il ministero dell’Istruzione. Il primo dato è contenuto nell’Anagrafe nazionale degli studenti, aggiornata ad agosto scorso. Non sono compresi gli studenti delle Province autonome d Bolzano, Trento e della Valle d’Aosta.

Il dato sulla popolazione studentesca registra una contrazione rispetto al precedente anno scolastico, quando gli studenti censiti risultarono 7 milioni 332mila 619, tra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado. Un calo quindi di 70mila studenti, con la sola infanzia cresciuta di poco più di 4mila unità. Invece, è in aumento di circa 16mila unità il numero di docenti nelle scuole statali.

Quanto all’abbandono scolastico, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni nell’anno scolastico 2021 è risultata del 12,7%, contro il 14,2% del precedente anno. La percentuale più alta di abbandono si registra al Sud, con il 16,6%, contro il 9,8% del Centro e il 10,7% del Nord. La Sicilia è la regione maglia nera, con il 21,2%, seguita Puglia con il 17,6 e Campania con il 16,4. La regione più virtuosa è risultata il Molise, con una percentuale del 7,6 di abbandono scolastico.

Appare al momento inesorabile il processo di contrazione demografica della popolazione scolastica, come conseguenza della riduzione delle nascite. Il Censis riporta che nell’anno scolastico 2021-2022 le scuole nel complesso, statali e non statali, hanno registrato un decremento di alunni pari all’1,2%, mentre le sole statali dell’1,4%.

L’istruzione liceale anche per l’anno scolastico 2021-2022 ha accolto oltre il 50% (53,1%) degli iscritti al primo anno della scuola secondaria di II grado. La rimanente parte di studenti ha scelto nel 31,7% dei casi l’istruzione tecnica e nel 15,2% quella professionale. Nell’anno accademico 2021-2022 si è fermato il trend positivo delle immatricolazioni che si registrava da diversi anni. Si sono immatricolati 320.871 nuovi studenti, ovvero il 2,8% in meno rispetto all’anno precedente.

Diminuisce anche il numero degli iscritti (-1,3%), mentre resta sostanzialmente stabile il numero dei laureati: 351.936 pari a +0,7% rispetto all’anno accademico 2020- 2021. I quasi 1,9 milioni di studenti iscritti alle università italiane nell’anno accademico 2021-2022 per circa il 40% risultavano iscritti a corsi di laurea riguardanti tre gruppi disciplinari: economico (14,3%), ingegneria industriale e dell’informazione (12,0%), medico-sanitario e farmaceutico (13,0%).

La popolazione universitaria risulta in prevalenza costituita da donne, che sono il 55,9% degli iscritti, anche se l’insieme femminile non è ancora equamente distribuito tra i diversi ambiti disciplinari: è sotto-rappresentato nei corsi di laurea di informatica e tecnologie Ict (14,0%), di ingegneria industriale e dell’informazione (23,1%) e di scienze motorie e sportive (28,9%) e sovra-rappresentato nei corsi di laurea dell’ambito educazione e formazione (92,0%) e linguistico (82,1%), dove costituisce la quasi totalità degli studenti iscritti.

Con riferimento al terzo ciclo dell’istruzione universitaria, nell’anno accademico 2020-2021 gli iscritti a corsi post-laurea erano 139.743 (di cui il 59,2% donne), suddivisi tra dottorati di ricerca (23,0%), scuole di specializzazione (32,0%), master di I livello (31,2%) e di II livello (13,7%). Gli studenti stranieri sono stati il 7,4% del totale e il 15,9% dei dottorandi di ricerca.

Nell’anno scolastico 2021-2022 il numero di alunni con cittadinanza non italiana è tornato a crescere, dopo che nell’anno precedente, per la prima volta, si era registrata una diminuzione dell’1,3%, in gran parte determinata dalla crisi pandemica, periodo che ha visto molte famiglie di origine immigrata lasciare temporaneamente il nostro Paese. In alternativa, avevano preferito tenere gli alunni a casa.

Nel complesso, nel 2021-2022 gli alunni non italiani sono saliti a 872.360 (+0,8% rispetto all’anno precedente), ma appunto recuperando solo in parte rispetto al periodo pre-Covid 2019-2020, quando erano 876.801 gli alunni stranieri che frequentavano le aule italiane. E comunque, a causa del calo demografico e della bassa natalità che caratterizza da tempo la popolazione italiana, l’incidenza di bambini e ragazzi stranieri sul totale degli alunni raggiunge nel 2021-2022 quota 10,6%, il valore più alto mai registrato.










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