L’Organizzazione sindacale Confintesa Funzione Pubblica, unendosi ai solleciti già espressi dal Presidente del Tribunale, ha proclamato lo stato di agitazione del personale degli uffici del Giudice di Pace di Trapani.
“Le recenti copiose piogge, che dal 12 novembre hanno interessato la città di Trapani – si legge nella nota sindacale – hanno reso inutilizzabili i locali del Giudice di Pace siti nella Via Libica, dopo che gli scantinati ove insistono le cabine elettriche si sono allagati. L’elevato quantitativo di acqua ha reso necessario sospendere l’erogazione dell’energia elettrica in tutto lo stabile, non consentendo la possibilità di accesso agli uffici. Il Presidente del Tribunale, Andrea Genna, ha disposto nell’immediato la sospensione delle attività giudiziarie predisponendo, al fine di non interrompere un servizio pubblico, un presidio presso i locali di Via XXX Gennaio per la ricezione degli atti e per l’espletamento delle procedure urgenti. Successivamente, visto il perdurare dell’indisponibilità dei locali, ha provveduto ad individuare all’interno del Palazzo di Giustizia di via XXX Gennaio dei locali provvisori per lo svolgimento delle attività e sollecitato il sindaco ad intervenire”.
“Gli operatori della giustizia – ha dichiarato il segretario territoriale Giuseppe Monaco – dipendenti, avvocati, magistrati, così come l’utenza, stanno sopportando notevoli disagi per precaria allocazione i cui sono costretti ad operare al di fuori della sede ordinaria, dove sono allocati fisicamente atti e fascicoli, che viaggiano da un presidio all’altro. Peraltro, non potendosi compiutamente celebrare le udienze già fissate in quando tenute in sede diversa da quella naturale, molti processi vengono rinviati prolungando i tempi della giustizia. Le attività del giudice di pace non costituiscono un ‘giustizia minore’, e pertanto meritano tutta l’attenzione possibile da parte delle istituzioni, anche dall’Ente locale che gestisce l’immobile. Confintesa FP, – ha concluso Monaco – ha scritto al sindaco Tranchida, chiedendo che si ottemperi, con misure urgenti e straordinarie, al ripristino dei servizi interrotti”.