Brusca in libertà, le reazioni della politica

redazione

Brusca in libertà, le reazioni della politica

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martedì 01 Giugno 2021 - 12:32

Con qualche mese di anticipo rispetto al previsto, il boss Giovanni Brusca è tornato in libertà. Scontata la condanna a 26 anni di carcere (diventati 25 tra benefici e buona condotta), l’uomo che fece saltare in aria l’auto di Rocco Chinnici, che azionò l’esplosivo nella strage di Capaci e che fu tra i principali responsabili del rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido, ha lasciato il carcere di Rebibbia e potrà continuare la sua vita in regime di libertà vigilata, come previsto dall’ordinamento giuridico italiano, che a suo tempo inserì una serie di benefici per gli affiliati alle organizzazioni criminali che accettavano di collaborare con lo Stato. Una norma che si ricollegava alla strategia che aveva consentito la sconfitta del terrorismo e che aveva tra i suoi principali sostenitori Giovanni Falcone, che ottenne risultati straordinari nella lotta alla mafia anche grazie alla scelta di Tommaso Buscetta di svelargli tutto ciò che sapeva sulla struttura organizzativa di Cosa Nostra.

Da collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca ha svelato ai magistrati italiani verità e retroscena sulla mafia, non soffermandosi solo sull’ala militare ma coinvolgendo anche i cosiddetti “colletti bianchi”, quel mondo politico e imprenditoriale che ha utilizzato le collusioni con feroci criminali per portare avanti i propri disegni di potere.

Chiaramente, non è facile accettare che un uomo che ha confessato di essere responsabile di oltre 150 omicidi non finisca i suoi giorni in un carcere di massima sicurezza, così come Riina o Provenzano. Sollecitata sull’argomento, Maria Falcone ha dichiarato: “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno”.

Le reazioni della politica

Numerose sono state le prese di posizione della politica nazionale sulla scarcerazione di Giovanni Brusca.

Nello Musumeci: «Sapere che Brusca è, oggi, uomo libero lascia senza parole. La Legge è legge, si dirà. Ma se una norma è palesemente sbagliata va cambiata. Magari non potrà più servire per Brusca ma servirà almeno ad evitare un altro caso simile. Di fronte agli “sconti” concessi a chi ha ordinato oltre cento omicidi, sia comunque serratissima la vigilanza. Per scongiurare che la libertà barattata possa, Dio non voglia, fornirgli anche la più remota possibilità di tornare ad essere il mostro che è stato».

Leoluca Orlando: “La scarcerazione di Giovanni Brusca richiama ancora una volta le sofferenze delle vittime e dei loro familiari e riaccende ancora più forte la loro indignazione per le terribili violenze commesse da Brusca”.

Claudio Fava: “Che Brusca, scontata la sua pena, venga scarcerato è un fatto normale. Quello che non è normale, invece, è che dopo 30 anni la verità sulle stragi sia ancora tenuta ostaggio di reticenze, viltà e menzogne”.

Carmelo Miceli: “Senza quei benefici che ne hanno determinato la liberazione, Brusca non avrebbe mai collaborato. E senza la collaborazione di gente come Brusca, ‘cosa nostra” sarebbe ancora forte e a Palermo ci sarebbe ancora un morto ammazzato al giorno. Fa male ma è così”.

Enrico Letta: “È stato un pugno nello stomaco, resti senza fiato e ti chiedi come sia possibile, però ho letto le parole di Maria Falcone che sono parole importanti, ci dice a tutti che ‘quella legge l’ha voluta anche mio fratello’, quella legge che ha consentito tanti pentimenti e tanti arresti e di scardinare tutte quelle attività criminali e mafiose che tanto male hanno fatto al nostro paese”.

Giorgia Meloni: È una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi. L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. È una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera”.

Piera Aiello: Capisco la rabbia e il dolore di fronte alla scarcerazione di Giovanni Brusca Sono gli stessi sentimenti che sto provando anche io in questo momento. Per molti di noi quell’uomo rappresenta il lato più oscuro, violento e feroce della mafia. Condivido però le parole di Maria Falcone. Brusca è stato un collaboratore, ha accettato di parlare ai magistrati e ha messo in condizione gli inquirenti di portare avanti indagini e processi. Non dovremmo indignarci per la sua scarcerazione, ma per l’attacco che sta subendo l’intero impianto di contrasto alle mafie costruito in anni di lotte e di sacrifici. Dovremmo combattere contro chi vorrebbe abolire l’ergastolo ostativo e permettere a pericolosi boss di tornare a casa senza che abbiano mai mostrato segni di pentimento. Dovremmo opporci a chi vorrebbe abolire il 41 bis in nome della difesa dei diritti umani (tra l’altro era una delle richieste di Riina), e a tutti coloro che hanno il coraggio di paragonarlo alla tortura. Indigniamoci per questo, perché se vinceranno loro non ci saranno più pentiti. D’altronde perché mai i mafiosi arrestati dovrebbero scegliere di collaborare con la giustizia se possono sperare di uscire anche senza “tradire”? I collaboratori sono l’arma più efficace che abbiamo per sconfiggere la mafia, non possiamo permetterci di perdere questa battaglia.

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