Custonaci: arrestato Giuseppe Costa, aveva partecipato al sequestro del piccolo Di Matteo IL VIDEO

redazione

Custonaci: arrestato Giuseppe Costa, aveva partecipato al sequestro del piccolo Di Matteo IL VIDEO

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venerdì 18 Dicembre 2020 - 09:13

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e il personale della Direzione Investigativa Antimafia, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno arrestato Giuseppe Costa per associazione a delinquere di tipo mafioso in quanto appartenente a Cosa Nostra unitamente ad altre persone già condannate o sottoposte ad altri procedimenti penali tra cui Francesco Virga, Pietro Virga, Francesco Peralta, Antonino Buzzitta e Giuseppe Piccione (arrestati dai Carabinieri di Trapani con l’operazione “Scrigno” nel marzo del 2019).

Alle prime luci dell’alba, i militari hanno perquisito anche l’abitazione di Costa, in località Purgatorio di Custonaci, ove lo stesso aveva realizzato in muratura la “cella” dove era stato segregato il piccolo Giuseppe Di Matteo, (figlio del collaboratore di giustizia Mario Santo), poi barbaramente ucciso e sciolto nell’acido. Come si legge nella sentenza definitiva di condanna, Costa si presentava tutte le mattine puntuale nella casa-prigione, chiedendo ai carcerieri quali generi alimentari gradissero, provvedendo al loro acquisto. Fu testimone dell’arrivo del piccolo Di Matteo, che giunse a Purgatorio chiuso nel portabagagli e incappucciato. Recluso per il suo ruolo in uno dei più efferati delitti della storia di Cosa Nostra, secondo la strategia decisa dai corleonesi e dallo stesso Matteo Messina Denaro, durante la lunga detenzione (dal 1997 al febbraio 2007) Costa ha ricevuto il sostegno economico del sodalizio mafioso senza mai collaborare con gli inquirenti. Subito dopo la scarcerazione, ha rinsaldato le sue relazioni con i vertici dei mandamenti di Trapani e Mazara del Vallo per l’aggiudicazione di appalti, le speculazioni immobiliari, la risoluzione di dissidi tra privati, l’attività intimidatoria, il riparto di proventi di denaro ricavati da attività illecite.

Giuseppe Costa ha anche partecipato alla mobilitazione mafiosa per le elezioni regionali dell’autunno del 2017, in quanto le famiglie mafiose di Trapani e Marsala si erano interessate al procacciamento di voti in particolare in favore della candidata, poi non eletta, Ivana Inferrera, arrestata con la menzionata Operazione “Scrigno” ma poi assolta un mese fa nel processo celebratosi con rito abbreviato, in quanto riconosciuta estranea ai fatti.

Le attività investigative hanno inoltre permesso di appurare che Costa aveva assunto il ruolo di controllore e tutore degli interessi di Cosa Nostra nella Calcestruzzi Barone s.r.l. di San Vito Lo Capo, risultata sotto l’influenza mafiosa delle famiglie Virga e Mazzara, ditta cui era stato richiesto di fornire una parte dei proventi per l’organizzazione mafiosa (anche con effetto retroattivo relativo al ventennio di detenzione di Giuseppe Costa).

Costa era attivo anche nelle operazioni di recupero crediti per conto dell’esponente mafioso trapanese Antonino Buzzitta.

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