Pescherecci siciliani sequestrati, Caputo (FI): “Si convochi CdM”, Musumeci scrive ai parlamentari

redazione

Pescherecci siciliani sequestrati, Caputo (FI): “Si convochi CdM”, Musumeci scrive ai parlamentari

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giovedì 08 Ottobre 2020 - 16:54

È impensabile che dopo più di un mese dall’accaduto non abbiamo ancora notizie sulle reali condizioni degli uomini degli equipaggi siciliani Antartide e Medinea, bloccati dalle Autorità libiche. È evidente l’incapacità del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ma preoccupa ancora di più la sua assenza e il suo silenzio in Aula. Tutti noi e soprattutto le famiglie attendono notizie per il rientro a casa dell’equipaggio, ma il Governo ad oggi non ha dato nessuna risposta seria. Condivido quanto espresso dall’on. Matilde Siracusano che ha sollevato il problema a Montecitorio”. È quanto dichiara Mario Caputo, deputato di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, a seguito dell’intervento di ieri alla Camera di Matilde Siracusano, sulla richiesta di chiarimenti al Governo circa la questione del sequestro libico degli equipaggi siciliani. In Parlamento però il Ministro degli Esteri era assente.

L’on.Caputo è primo firmatario dell’ordine del giorno presentato all’Ars per impegnare il Governo ad intervenire per garantire la libertà personale dei natanti e degli equipaggi, oltre a misure di sostegno economico alle famiglie dei due pescherecci, attualmente privi di mezzi di sostentamento. L’odg è stato approvato nei giorni scorsi dal Parlamento Siciliano ed ha avuto la condivisione di tutta l’Aula, grazie anche all’autorevole mediazione del Presidente Gianfranco Miccichè, il quale ha chiesto un’azione compatta in favore degli equipaggi sotto sequestro.

“Questa situazione – conclude Caputo – dimostra che il problema non è affrontato con la dovuta attenzione ed è sottovalutato dal Ministro degli Esteri perché è inconcepibile che ad oggi non ci venga riferita la verità. Il silenzio del Governo preoccupa non solo per le sorti dell’equipaggio e per la loro sicurezza, ma mette in evidenza la questione della tutela del comparto pesca, costretto a operare in condizioni di grave pericolo. Serve una forte presenza del Governo centrale per rassicurare le marinerie ed i loro equipaggi, per evitare che possano ripetersi episodi del genere. Serve un Consiglio dei Ministri urgente per adottare un provvedimento che garantisca il rientro immediato dei nostri connazionali”.

Musumeci invece, scrive ai parlamentari nazionali e europei eletti in Sicilia: «Mi appello a tutti e a ciascuno di voi affinché sia intrapresa con urgenza ogni utile iniziativa presso il Governo italiano, in particolare il ministero degli Affari esteri, e presso la Commissione dell’Unione Europea, nonché nei confronti dei competenti Organismi internazionali, per giungere al rilascio immediato dei marittimi e dei motopescherecci sequestrati. L’episodio, di inaudita gravità, – scrive il governatore – è l’ultimo di una lunga serie che si protrae ormai da anni, senza che sia stata mai trovata una definitiva soluzione, per via di un tratto di mare che, con decisione assai discutibile, la Libia riconosce unilateralmente come proprio territorio, fino a oltre 70 miglia nautiche dalle proprie coste. La sottrazione di questi nostri concittadini alla propria terra e alle loro famiglie, che ho personalmente incontrato, desta ancor maggiore preoccupazione alla luce del noto stato di incertezza e confusione che caratterizza la situazione politica e istituzionale dello Stato libico». 

Al di là delle convenzioni internazionali che individuano e disciplinano gli spazi marini «è mio dovere – aggiunge Musumeci – denunciare con forza questa inammissibile situazione e pregare anche voi di portare questa istanza nelle superiori Assemblee elettive, per reagire a tale palese violazione dei diritti umani aggravata, per un così lungo periodo, dalla assenza di informazioni ai familiari e alle Autorità dello Stato italiano sulle condizioni dei nostri pescatori. E’ preminente nei fatti accaduti il profilo umanitario – ha concluso – ma non possono essere sottaciuti, su un piano più generale, anche gli ingenti danni economici che derivano alla marineria siciliana».

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