L’area progressista pare vicina a un importante punto di svolta in vista delle prossime elezioni amministrative a Marsala. Da giorni, infatti, i principali dirigenti del centrosinistra in Sicilia stanno lavorando per costituire un fronte unitario (in alcune realtà esteso anche ai 5 Stelle), per lo meno nei principali Comuni dell’isola, interessati dalla tornata elettorale del 4 e 5 ottobre. Particolare attenzione si sta riservando a Marsala, che assieme ai capoluoghi di provincia Agrigento ed Enna, rappresenta uno dei test più importanti da un punto di vista politico.
Sono ben note al segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo e al leader di Cento Passi Claudio Fava le difficoltà sorte intorno alla ricandidatura di Alberto Di Girolamo. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato nel dettaglio come una parte del Pd e il movimento civico Città Futura non abbiano apprezzato le modalità con cui, dopo un lungo travaglio, il sindaco in carica ha deciso di ricandidarsi. Ma l’aspetto più critico, che gradualmente ha alimentato distanze e tensioni tra le parti, riguarda la mancanza di confronto e condivisione, al di là della qualità dell’azione amministrativa effettivamente messa in campo. Se è vero che Di Girolamo è stato ostacolato in Consiglio comunale fin dai primi mesi di amministrazione da pezzi della sua maggioranza che sono adesso finiti nella coalizione di Massimo Grillo, è vero anche che il conseguente irrigidimento del primo cittadino verso si è esteso anche verso componenti che in prima battuta avevano continuato a sostenerlo con lealtà. I malumori crescenti sono stati lasciati decantare senza che nessuno si assumesse l’onere di affrontarli e risolverli. Come spesso è stato evidenziato sulla nostra testata, in questi cinque anni è mancata soprattutto una regia politica capace di tenere uniti almeno quei pezzi di maggioranza che sembravano animati da maggiore affinità. Tutto ciò ha prodotto, fino a qualche giorno fa, uno scenario che sembrava andare verso una doppia candidatura nell’area progressista: da una parte il sindaco uscente Alberto Di Girolamo, dall’altra il consigliere comunale Daniele Nuccio, portavoce di Città Futura.
Di fronte a una coalizione forte e ampia, come quella che sta mettendo in campo Massimo Grillo, è però andata crescendo anche la fronda trasversale dei “sensibili”, che al di là dei litigi sui social dei vari esponenti dei due fronti, hanno continuato a sperare che potessero comunque prevalere le ragioni dell’unità. Preso atto delle difficoltà dei dirigenti provinciali, la “questione Marsala” è stata presa in carico anche dai vertici regionali che pare stiano riuscendo a trovare la quadra, immaginando di avviare con queste amministrative un rinnovato percorso unitario in grado di ridare competitività al centrosinistra in vista delle elezioni regionali del 2022. Particolarmente attivo, in tal senso, il gruppo di Cento Passi per la Sicilia: “Ovviamente, non dipende solo da noi, ma le vicende marsalesi sono seguite con grande attenzione, visto che Marsala è la quinta città della Sicilia e costituisce un test elettorale importante”, affermano dall’entourage di Claudio Fava.
Chiaramente, qualora l’intesa si concretizzasse, Di Girolamo potrebbe contare su una coalizione più competitiva e la nuova sfida con Grillo, al netto degli altri competitor (Mario Figlioli, Sebastiano Grasso e Aldo Rodriquez) apparirebbe più equilibrata. Dall’altra parte, rinunciando a una propria candidatura a sindaco, Città Futura si aspetta di essere, stavolta, parte integrante di un progetto amministrativo, capace di assicurare spazio a proposte e idee che puntino a mantenere quella promessa di cambiamento in cui i marsalesi avevano creduto cinque anni fa e che solo in parte ha trovato concretizzazione.
L’unità del fronte progressista è un valore in sè .
Ma, in un quadro di reciproca lealtà , una doppia candidatura qui e ora a Marsala potrebbe essere Utile alla Città .