Giancarlo Caruso (Anm Trapani): “Ricordiamo Borsellino riflettendo sulla memoria e le vicende attuali”

Vincenzo Figlioli

Giancarlo Caruso (Anm Trapani): “Ricordiamo Borsellino riflettendo sulla memoria e le vicende attuali”

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sabato 18 Luglio 2020 - 08:41

Anche Trapani, quest’anno, ha voluto ricordare Paolo Borsellino e le vittime della Strage di via D’Amelio con un’iniziativa pubblica, in programma domenica a Villa Margherita, a partire dalle 20. In programma un dibattito iniziale con la partecipazione del giornalista Attilio Bolzoni e del magistrato Roberto Scarpinato e, a seguire, la proiezione del film di Franco Maresco “La mafia non è più quella di una volta”. L’evento, patrocinato dall’amministrazione comunale, è stato organizzato dalla sottosezione di Trapani dell’Anm, guidata dal magistrato marsalese Giancarlo Caruso, in servizio presso il Tribunale del capoluogo.

“L’iniziativa che abbiamo organizzato – spiega Caruso – intende essere un momento di riflessione a margine dell’anniversario, partendo dal ricordo che questo drammatico evento suscita in tutti gli operatori della giustizia. Ogni anno in Tribunale si tiene una commemorazione, ma quest’anno abbiamo ritenuto che al raccoglimento e al ricordo personale occorresse aggiungere una riflessione critica sull’uso collettivo della memoria e su come molte persone si siano attribuite patenti di eredi dei magistrati che ogni anno ricordiamo, più per alimentare il proprio ego che per custodirne il ricordo”.

In questi 28 anni sono cambiate tante cose: le certezze processuali degli inizi hanno lasciato spazio a crescenti inquietudini sui depistaggi che, come spesso avvenuto nella storia repubblicana, hanno ostacolato la ricerca della verità. Senza dimenticare le inchieste e le polemiche che hanno gettato non pochi schizzi di fango sulla magistratura negli ultimi mesi intorno alla figura dell’ex presidente dell’Anm Palamara, provocando crescente inquietudine nella popolazione.

“Alle motivazioni prima citate – sottolinea ancora Giancarlo Caruso – si aggiunge l’amarezza per i depistaggi e i ritardi nel raggiungimento di una verità processuale sulla Strage di via D’Amelio, con la constatazione che apparati dello Stato abbiano contribuito ad insabbiare la ricerca della verità dopo essere stati inerti di fronte ai fatti che hanno portato alle uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quest’anno c’è, infine, anche la necessità di riflettere sulle vicende attuali. Come ha detto il presidente Mattarella parlando delle vittime di mafia e terrorismo ai giovani magistrati, questi nostri illustri colleghi erano animati da una grande tensione morale che nulla ha a che fare con il carrierismo che sembra l’unico motore dell’impegno che anima una parte della magistratura per conseguire posizioni di privilegio e ricoprire incarichi di prestigio. Tutto ciò getta nella sconforto, pur nella consapevolezza che il corpo della magistratura è sano ed è la prima vittima dei fatti emersi che hanno in parte minato il rapporto di fiducia con i cittadini, che rappresentano il principale riferimento per la legittimità della nostra azione”.

Si inserisce dunque in quest’insieme di temi anche la scelta degli ospiti e dell’articolazione della serata organizzata dall’Anm di Trapani.

“Avevamo l’esigenza di ricordare senza nasconderci o far finta che ciò che ci circonda sia altro da noi. Ricordare Falcone e Borsellino significa anche ricordare il sistema delle correnti di quegli anni. Per questo abbiamo scelto due interlocutori come Roberto Scarpinato e Attilio Bolzoni che hanno individuato da tempo le criticità del sistema. Il messaggio finale, invece, lo abbiamo voluto lasciare al film di Maresco: un’opera assolutamente non celebrativa, che con tono dissacrante riflette sul rapporto tra i siciliani e la memoria antimafia, dall’entusiasmo dei primi anni ’90 al successivo torpore, fino alla trasformazione in un sistema che si è anche arricchito attraverso le fiction o gli eventi dedicati alla legalità. E’ un film che pur essendo stato premiato a Venezia, non è stato visto da queste parti e abbiamo ritenuto coerente con la filosofia del nostro incontro”.

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