Licari e Alagna (PD): “Perplessi sulla riqualificazione del San Biagio”

redazione

Licari e Alagna (PD): “Perplessi sulla riqualificazione del San Biagio”

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venerdì 08 Maggio 2020 - 18:58

Le consigliere comunali tesserate del PD locale, Linda Licari e Luana Alagna, con una nota intervengono sulla conferenza stampa tenuta ieri a Marsala dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, sulla riconversione del “Paolo Borsellino” che avverrà il 17 maggio prossimo e sulla riqualificazione dell’ex ospedale San Biagio.

Questo quanto scrivono Licari e Alagna:

“L’Assessore alla salute ieri, in visita a Marsala, ha annunciato l’imminente riconversione del Paolo Borsellino in ospedale non-Covid, accogliendo le sollecitazioni del Sindaco Alberto Di Girolamo, che in questi giorni di emergenza ha provveduto con solerzia ad ascoltare i bisogni della cittadinanza. Accogliamo anche noi con favore la notizia, che tiene conto delle esigenze di una città popolosa come Marsala, che necessita di un nosocomio pienamente funzionante per tutelare la salute di tutta la popolazione cittadina. È altrettanto importante che in provincia venga mantenuta una struttura Covid, per superare questa fase e prevenire eventuali recrudescenze del virus.

A tal proposito, tuttavia, esprimiamo le nostre perplessità sulla proposta dell’assessore Razza di investire sulla ristrutturazione del vecchio ospedale San Biagio e di trasformarlo in Covid Hospital. La struttura, vetusta e fatiscente, oltre ad essere collocata in centro città, richiederebbe un significativo intervento economico e delle importanti riorganizzazioni sanitarie che devono essere garantite nel tempo, non soltanto adesso. Misure che prevedono tempi molto dilatati, che rischiano realisticamente di vanificare eventuali investimenti economici, senza rispondere al problema virus, che è invece presente ed attuale.

Considerato che la Protezione Civile nazionale ha predisposto dei finanziamenti ad hoc per le strutture ospedaliere è necessario che tali risorse vengano impiegate in modo razionale e scientifico. Per questo riteniamo sia necessario al momento concentrare gli sforzi su progetti realizzabili e funzionali, potenziando l’esistente, pensando a delle strutture da dedicare all’emergenza con reparti di malattie infettive che non richiedano interventi strutturali e temporali irrealistici.  Delle strutture che abbiano un senso, se inserite all’interno dell’area ospedaliera, come ad esempio il Campus Biomedico o altra struttura che comunque ricada nell’area di prossimità nosocomiale, pertanto collegate e allo stesso tempo separate dall’ospedale. 

Spesso infatti una patologia si presenta con varie problematiche che investono altre funzioni vitali (problemi respiratori, come sappiamo, possono implicare complicazioni cardiologiche, etc.), che richiedono l’intervento sanitario di altre competenze specialistiche, e alle quali si può rispondere tempestivamente solo se l’equipe medica si trova in prossimità del paziente. È indispensabile inoltre puntare sul Paolo Borsellino, valorizzando i reparti attivi e predisponendone altri, per perfezionare l’offerta e il servizio sanitario.

La nostra convinzione è che vada prestata un’attenzione responsabile ed adeguata al sistema sanitario, settore di primaria importanza, vessato per anni da politiche poco attente alle reali esigenze medico-specialistiche, e troppo spesso guidate invece da altre logiche che, oggi in modo ineludibile, non devono trovare alcuna accoglienza nelle decisioni politico-amministrative. L’asimmetria di strutture e mezzi sanitari al sud rispetto a quelli delle regioni settentrionali ci impone uno scrupolo maggiore nella valutazione di misure così determinanti e vitali. È necessario dunque che si proceda con oculatezza e con l’ausilio delle competenze medico-scientifiche, che rispecchino l’interesse generale e quello del settore, giammai incomprensibili visioni particolari. 

Questo lo dobbiamo ai nostri medici e operatori sanitari, ai nostri cittadini e alla nostra terra, che non può ignorare le notizie di questi drammatici giorni che ci giungono degli ospedali e dai bollettini quotidiani, nella dolorosa memoria dei sacrifici sostenuti dalle nostre comunità e famiglie”.  

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