Orgoglio Marsalese: “L’ospedale Paolo Borsellino è ormai defunto”

redazione

Orgoglio Marsalese: “L’ospedale Paolo Borsellino è ormai defunto”

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domenica 05 Aprile 2020 - 09:54

Sull’attuale situazione all’ospedale Paolo Borsellino che da alcuni giorni si è trasformato in centro di ricovero per pazienti che hanno contratto il coronavirus, interviene il movimento civico marsalese “Orgoglio Marsalese

Quanti anni ci sono voluti per avere e poi mantenere, i reparti del nostro ospedale ?
Quante difficoltà e denunce, in questo decennio, abbiamo ascoltato dai sanitari e pazienti, in ordine alle difficoltà per il buon funzionamento dei reparti ospedalieri ??
Quanti problemi, disfunzioni.. ma tutti noi pensavamo di avere diritto ad una sanità migliore, più efficiente. Invece , nell’arco di un battito di ciglia, tutto è stato cancellato, vanificato- si legge in una nota diffusa a firma del presidente del Movimento Pino Carnese – . Ma come è possibile pensare che un bacin
o di utenza così vasto, possa ammalarsi solo di corona virus!

E tutto il resto ? Gli ammalati oncologi, gli infartuati , i fatturati, le future mamme, tutti noi in emergenza e non, come facciamo ? Ci chiediamo, sbigottiti, cosa fare se dovessimo avere la sventura di dover far ricorso alle cure ospedaliere, e purtroppo, non abbiamo risposta !
Il Paolo Borsellino è ormai defunto, senza che nemmeno sia già operativo per far fronte all’ emergenza Corona virus ! Ne stiamo già celebrando i funerali nell’ indifferenza di coloro che dovrebbero farsi portavoce della nostra collettività. Infatti ho letto e continuo a leggere l’ indignazione del cittadino, ma da parte di coloro che ci rappresentano, solo timidi e indecorosi interventi quasi espressi a fil di voce.

Che indignazione , che pena , che rabbia per questa città tanto bella quanto disprezzata , per noi che eleggiamo i rappresentanti indegni della nostra fiducia. Io non sono un tecnico, mi trattengo dal suggerire ricette magiche , non è il mio mestiere. Ma di una cosa sono certo : se in tanti anni , mantenevamo a stento l’ operatività dell’ ospedale, chi scommetterebbe sulla riapertura nel dopo crisi , quando non ci saranno più fondi neanche per comprare un’ aspirina ? Tutti i politici dovrebbero avere la dignità di chiedere SCUSA.
Nessuno di loro merita più la nostra fiducia, eletti da noi a chi hanno reso conto ? Cosa hanno voluto in cambio del loro silenzio ? Questo non lo sapremo mai , ma di una cosa siamo certi: chiusa questa esperienza politica, se ne tornino da dove sono venuti . Noi li ripudiamo , come si fa con i traditori!


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Un commento

  1. Capisco l’indignazione e la rabbia, ma da qualche parte bisognava realizzare una struttura adeguata all’emergenza.
    Credo che la scelta del “Paolo Borsellino” sia innanzitutto dovuta alla centralità geografica della nostra città, rispetto al territorio provinviale. Ero ricoverato in urologia il giorno in cui arrivò la notizia della conversione dell’intero ospedale, in centro provinciale Covid 19 e non sto qui a raccontarvi il disorientamento totale in noi pazienti e in tutto il personale, dai medici agli infermieri. Inizialmente si parlava soltanto della conversione di alcuni reparti e del cambio di assetto di alcuni reparti, e della eliminazione di alcuni di essi, tra cui appunto l’urologia, che veniva assorbito da quello di medicina. Poi, man mano furono fatte altre scelte. Infatti per il mio secondo intervento, ritenuto “non urgente” venni dimesso con il catetere piantato dentro e sono stato costretto a ricorrere ad una clinica privata di Palermo, per concludere ciò che era stato iniziato il 7 Febbraio, data in cui sono stato sottoposto d’urgenza al primo dei due interventi di calcolosi renale bilaterale.
    Sin da subito ci siamo chiesti in tanti il perché non si utilizzasse il vecchio ospedale San Biagio, dal momento che a Milano, come a Bergamo, erano stati convertiti addirittura padiglioni fieristici, la risposta sta proprio nella mancanza di adeguate forze della politica e della misera condizione economica in cui versano le casse della Regione, che riesce, grazie al Presidente dell’ARS a mantenere vitalizi altissimi, a premiare economicamente i vari dirigenti e a far realizzare divise di alta sartoria, agli uscieri di Palazzo dei Normanni spendendo un milione di euro.

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