L’isola che non c’è

Gaspare De Blasi

Marsala

L’isola che non c’è

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mercoledì 08 Gennaio 2020 - 06:44

“Sono rimasto sorpreso quando andando a Bruxelles mi hanno spiegato che per loro la Sicilia non è un’isola perché è collegata con il sistema ferroviari. Quindi niente finanziamenti destinati alle Isole”. Lo ha detto il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, incontrando i sindaci del Consiglio regionale dell’Anci a Palermo nei giorni scorsi. Il ministro ha risposto a una serie di richieste arrivate dai sindaci siciliani.

E noi che pensavamo che la nostra Isola fosse “isolata”, appunto. Pochi finanziamenti (e tanti sperperi che spesso sono stati l’anticamera delle ruberie), mafia, criminalità ma anche tanto sole e mare. Resti di antiche vestigia inutilizzati ai fini turistici e piatti gastronomici da presentare nelle trasmissioni televisive. Poi tanta, ma tanta retorica. Nessuno però ci aveva mai detto che a Bruxelles pensano che la Sicilia non è un’Isola. “Veniamo da quasi 30 anni in cui il Sud è stato dimenticato da tutti i partiti – ha detto il ministro – e i Comuni sono state le prime vittime determinando un sentimento di abbandono con il quale io oggi mi trovo a fare i conti”. Sono seguiti i ringraziamenti di quelli dell’Anci e l’impegno a proseguire nella battaglia verso gli interessi del popolo siciliano. E poi tutti al cenone di Capodanno. Noi naturalmente riportiamo tutto dalle cronache. Non eravamo presenti e non avremmo avuto alcun titolo per esserci. Ci ha colpito però questa che possiamo considerare una news: la Sicilia non è un isola perché è collegata al continente tramite ferrovie.

Ora la situazione delle ferrovie siciliane è sotto gli occhi di tutti. Se il dazio che dobbiamo pagare per essere riconosciuti dall’Europa per quello che siamo sono le linee ferrate, conviene rinunciarci. Andiamo a Bruxelles e diciamo a Lor Signori che in Sicilia si viaggia nelle autostrade, nelle strade, nelle “trazzere” e persino a dorso di mulo, quindi dateci i soldi perché binari non ne abbiamo più. Ci chiediamo quando partoriva nel tempo si capisce, questa idea, non so se ci capite, geografica, dove erano i nostri eurodeputati? Quelli eletti con i voto dei siciliani? Hanno protestato raccontando la situazione, oppure erano assenti come spesso gli capita? Intanto visto che non siamo un isola abbiamo capito perché il ponte sullo stretto non si è mai fatto. Con chi dovevamo collegarci non essendo scollegati? Come diceva il principe della risata Totò, ma ci facciano il piacere, e i deputati europei ce lo facciano a pagamento visto gli stipendi che prendono a Bruxelles.

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