L’ultima seduta del Consiglio comunale è stata caratterizzata, tra le altre cose, anche da un durissimo scontro tra il sindaco Alberto Di Girolamo e quello che a lungo è stato uno dei suoi principali sostenitori a Sala delle Lapidi, il consigliere Daniele Nuccio. Quest’ultimo ha accusato il primo cittadino di arroganza, mentre Di Girolamo ha replicato affermando che il consigliere avrebbe “un pensiero dissociato”.
E’ il punto di non ritorno nel suo rapporto con il sindaco?
Temo di sì. Il rispetto è un elemento determinante dal mio punto di vista. In più occasioni il sindaco è venuto meno a una prerogativa che per me è fondamentale. Questo avvalora quanto dico da molto tempo riguardo la sua incapacità di accogliere qualsivoglia contestazione nel merito delle cose e di circondarsi di persone che pensino con la loro testa, in grado di contrastarlo, se necessario. Ha preferito gli yes man. Ho sempre contestato questo metodo. Questo modo di fare ha contribuito ad aumentare la distanza che intercorre tra il Palazzo e la città.
Cosa farà Daniele Nuccio nei prossimi due anni?
Quello che ho fatto in questi tre, utilizzando le prerogative proprie della carica che rivesto: cercare di favorire percorsi di trasparenza, denunciare storture che pure vi sono, proporre con atti concreti la mia visione di città, frutto della partecipazione di pezzi di società.
Ma non è che il consigliere Nuccio si smarca dalla maggioranza per accreditarsi in vista della prossima campagna elettorale?
Dico da due anni sempre le stesse cose, che di recente hanno mandato in escandescenze il sindaco. Quel che sarà del mio futuro al servizio della politica lo deciderò insieme a quanti in questi anni mi hanno sostenuto e incoraggiato nella mia attività.
Cosa non le è piaciuto di questo Piano Triennale?
Consapevole delle difficoltà che l’amministrazione comunale ha affrontato nel redigerlo, devo ahimè rilevare che era un piano privo di condivisione. Essendo un atto politico, è su questi atti che si denota l’appartenenza o meno a una linea politico ed io da due anni non intendo più favorire l’amministrazione in carica.
Ma non è che questi scontri interni al centrosinistra, favoriranno come sempre le altre forze politiche nelle competizioni elettorali che verranno?
Probabile. Ma la mia intransigenza non deriva da un malcontento nel merito di richieste fatte e non esaudite, quanto dal riconoscimento che la linea sposata 3 anni fa è stata completamente disattesa in favore di una visione supponente, condizionata da una cerchia ristretta di fedelissimi che hanno abdicato colpevolmente allo spirito pur di non fare un torto al capo.
Tra un anno di questi tempi circoleranno già i primi nomi di candidati alle elezioni amministrative del 2020. La convince l’idea di una grande alleanza cittadina da Forza Italia alla sinistra in opposizione ai progetti di M5S e Lega?
No. Credo anzi che questa formula favorirebbe un maggiore appeal per le forze populiste che punterebbero tutto sull’incoerenza degli altri.
Cosa auspica, dunque, per le prossime amministrative?
Che le forze sane di questa città riescano per una volta a dialogare, partendo, prima ancora che dai nomi, da un progetto che metta al centro le idee e la condivisione di esperienze, da tante emergenze culturali mortificate in questi anni. Serve un patto generazionale con quanti sono stanchi di sentirsi dire che rappresentano il futuro e che vogliono rappresentare il presente e determinare le scelte di questa città.
La Commissione d’Inchiesta sui servizi sociali ha concluso il suo lavoro sull’Ipab Giovanni XXIII. Come procederete sugli altri fronti previsti dal vostro mandato?
Con la procedura di trasferimento degli ultimi anziani rimasti, di fatto la Casa di Riposo muore. Purtroppo la politica è arrivata troppo tardi. La nostra azione mirava a tenere alta l’attenzione su un tema così delicato e a fare in modo che le istituzioni coinvolte facessero la loro parte. Purtroppo non è avvenuto. Il mio pensiero va ai lavoratori che vivono un momento di grave preoccupazione e spero che in extremis una soluzione si possa trovare. Con le prossime riunioni della Commissione continueremo a lavorare con l’obiettivo di fare chiarezza in un settore così delicato, come i servizi sociali. Stiamo già esaminando la vicenda riguardante la proroga dell’appalto per gli assistenti sociali della cooperativa Serenità e a breve ci occuperemo della questione dei conflitti di interesse interni al Comune, che come ho avuto modo più volte di spiegare alla vostra testata, rappresenta il nodo centrale.