Elezioni regionali. Intervista al candidato di Cento passi per la Sicilia, Massimo Fundarò che afferma “Per la prima volta in Sicilia la sinistra è tutta unita”

redazione

Elezioni regionali. Intervista al candidato di Cento passi per la Sicilia, Massimo Fundarò che afferma “Per la prima volta in Sicilia la sinistra è tutta unita”

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lunedì 16 Ottobre 2017 - 15:15

Sono sei i candidati alcamesi in corsa per conquistare uno scranno all’Assemblea Regionale Siciliana. Tre appoggiano il candidato alla presidenza Nello Musumeci: il deputato uscente Mimmo Turano dell’UDC, l’ex candidata a sindaco Maria Grimaudo, che gareggia con Forza Italia, e il novello Vincenzo Abate di Diventerà Bellissima. L’ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, correrà, invece, con Sicilia Futura a sostegno del candidato alla presidenza Fabrizio Micari. I grillini hanno riconfermato la deputata Valentina Palmeri che appoggerà il già candidato presidente alle elezioni del 2012, Giancarlo Cancelleri. Infine, Claudio Fava, candidato al governo della Regione con il movimento Cento passi per la Sicilia ha puntato su l’ex deputato nazionale Massimo Fundarò, inserito nella lista a suo sostegno in provincia di Trapani. Lo abbiamo contattato per spiegarci come sta affrontando la campagna elettorale nella sua città e in tutto il territorio trapanese.

Sei candidati in corsa ad Alcamo per le elezione all’ARS, tra cui lei per l’appunto. Quattro uomini e due donne. Chi teme di più?

La battaglia credo non è nei confronti di altri candidati. Io ho sempre ragionato di politica come un progetto. Credo che, a differenza di altri che spesso sono solo candidati di sé stessi, espressione di comitati elettorali, un voto basato, così, sulla conoscenza personale, noi siamo invece portatori di un progetto politico. La novità fondamentale della lista Fava è che, per la prima volta, in Sicilia la sinistra è tutta unita e oltretutto ha riconsciuto pure la sua insufficienza e ci si è aperti anche ai movimenti civici, che fanno parte integrante di questa coalizione, proprio perché riconosciamo che è necessario ampliare il raggio di azione della sinistra classica, dei partiti esistenti. Quindi, credo che il dato sostanziale è questo: un progetto politico legato alla sinistra unita che, soprattutto, dopo il 5 novembre, partirà un processo politico costituente con una formazione politica di centro-sinistra in cui verranno azzerate tutte le organizzazioni oggi esistenti e si farà un nuovo soggetto unitario, aperto anche ai senza tessera, ai movimenti, a tutti coloro che vogliono rilanciare un’idea forte della sinistra in Italia. Naturalmente, noi confidiamo di rientrare all’ARS dopo 10 anni e questo è un altro dato importante per chi ci vuole votare.

Ad Alcamo la metà dei candidati appoggiano come presidente Nello Musumeci. Ciò rafforzerà il centro-destra in città? Potrebbe avere un peso politico mancando da tempo sia a livello comunale che regionale?

Ma guardi, il centro-destra sia in Sicilia che ad Alcamo è un aggregazione di interessi molto settoriali, molto particolari, che al momento delle elezioni si mettono assieme, ma si dividono un attimo dopo. Infatti, io credo che Nello Musumeci, pur riconoscendo la sua caratura, ha fatto l’errore di caricarsi tutto il mondo cuffariano, lombardiano, gli impresentabili. Claudio Fava ha fatto un comizio a San Cristoforo contro un candidato di Nello Musumeci che inneggia uno di quei rappresentanti mafiosi di quel quartiere. Infatti, noi per questo diciamo che ci vuole un voto libero per liberarci di queste incrostrazioni. Il centro-destra ha fatto questa operazione di potere, assemblando pezzi che non si parlano prima delle elezioni e, probabilmente, non si parleranno neanche dopo. Quindi, credo che votare per loro sia un errore. Non vorrei che a un Musumeci finisse come è finita al candidato della destra ad Alcamo, che era dato sicuro al ballottaggio, e invece non è stato premiato dagli elettori.

Tra i candidati c’è anche l’ex sindaco, Giacomo Scala, con il quale lei ha governato e, quindi, questa competizione la vede come una persona con la quale ha condiviso delle scelte politiche. Cosa conferma di quegli anni di amministrazione e di cosa invece si è pentito?

Per chiarire, perché c’è anche una vulgata secondo me molto romanzata, su questo rapporto, basta andare a vedere tutti i candidati prima dei Verdi e, poi, della sinistra che abbiamo appoggiato contro il PD, contro Scala e contro Papania. Posso ricordare il professore Ingrassia, Caterina Stellino. Cioè, noi abbiamo avuto sempre un ruolo di opposizione rispetto ad un certo modo di fare politica. Poi, facevamo parte di una coalizione politica anche nazionale di centro-sinistra, soprattutto, in un periodo molto particolare. Chiaramente, abbiamo fatto l’accordo per governare la città in senso responsabile e devo dire, per quanto riguarda la mia particolare esperienza, non rinnego nulla. Per quanto concerne quello che ho fatto io, posso ricordare le cose positive. Ho sempre lavorato nell’interesse della collettività. Sfido chiunque a poter dire qualcosa sul piano morale, etico, o di interessi particolari che ho sotenuto in quegli anni. Io posso essere ricordato per la raccolta differenziata perché già 10 anni fa (Alcamo ndr) era la città con la tariffa più bassa d’Italia. Ho evitato anche il dissesto finanziario del comune con la vendita dei loculi cimiteriali, l’apertura del cimitero, che era bloccato da 20 anni, con delle differenziazioni di prezzo che hanno consentito anche alle persone più umili di acquistare, di poter seppellire i loro cari. Credo di avere operato e anche di avere evitato molti errori. Il mio rapporto con la coalizione del sindaco Scala è stato di lealtà, ma anche di competizione. Non è che abbiamo mai avuto la stessa impostazione politica, si vede anche dal fatto che non ho mai fatto parte del PD. Quando, ad un certo punto, è stata proposta nel 2012 la candidatura a sindaco di Papania, io sono stato l’unico nel centro sinistra a oppormi, a dire no e, infatti, da lì è poi scaturita la candidatura di Bonventre. Anche per chiarire ulteriormente questo rapporto, siccome la candidatura di Bonventre per me doveva essere una candidatura di discontinuità rispetto al vecchio sistema di potere, di certe incrostazioni che c’erano al comune, nella città, appena ho visto che questo progetto, inizialmente preso con decisione dal sindaco e da noi, non è stato rispettato, dopo neanche 10 mesi mi sono dimesso e sono andato via in tempi non sospetti. Oltretutto, poco dopo, ho fatto una lettera in cui ho chiesto le dimissioni del sindaco Bonventre perché lo ritenevo inadeguato e non aveva detto la verità su cose molto importanti. Questa è la mia storia.

Con i 5 stelle e, in particolare, con la deputa uscente Valentina Palmeri, condividete sicuramente le battaglie che concernono l’ambiente. In una città come Alcamo, qual è la proposta che vi permette di differenziarvi?

Io sono un ecologista, non ho mai cambiato da 30 anni la battaglia su questi temi. Riconosco che questo punto del programma, e anche l’azione politica, degli esponenti dei 5 stelle è molto vicino a quello nostro, a quello mio. Infatti, non per niente, in moltissime battaglie, ad esempio, quella sul costruendo inceneritore in Contrada Bosco Falconeria o per l’accesso pubblico al mare di Scopello, stiamo assieme. Quindi, condividiamo la stessa impostazione. Molti non sanno che le prossime elezioni consegneranno un governo senza una maggioranza politica all’ARS. Chi vincerà non riuscirà a prendere più di 30 deputati. Per governare ce ne vogliono 36. Io penso che uno dei motivi per cui chiedo il voto alla lista Fava è che, se la lista Fava riesce ad avere il successo che è pronosticato da tutti i sondaggi, e raggiunge sette parlamentari, potremmo essere incisivi per una futura maggioranza e per condizionare, sul piano dei contenuti, dei progetti, delle cose concrete anche un eventuale governo dei 5 stelle.

Quindi, con un ipotetico governo 5 stelle ci potrebbe essere per la Sicilia quella svolta tanto auspicata dai movimenti vicino alla sinistra, nel senso che può essere un’opportunità per chi non ha mai avuto un peso politico così importante su questi temi?

Credo che un aspetto fondamentale di queste elezioni è il tema dell’etica e della moralità. La politica, in Sicilia, per troppo tempo è stata affidata a persone impresentabili. Ancora adesso, vediamo questa transumanza continua di deputati da una parte all’altra. Recentemente, un giornale ha scritto che 12 parlamentari, che hanno governato con il centro-sinistra, con Crocetta, sono passati con il centro-destra. Noi abbiamo un esponente locale, Turano, che è stato per cinque anni a sostegno di questa maggioranza e, poi, lo vediamo nel listino di Musumeci. Quindi, credo che non tenere fede ad un progetto politico, a delle idealità, sia uno dei peccati e una cosa da mettere da parte in Sicilia perché foriero di tantissime cose che non vanno. Questo punto di vista etico e morale è un’altra cosa che ci accomuna ai 5 stelle. Quello che non condivido con loro è questo atteggiamento un pò nichilista, di dire che tutti quelli che non sono come loro sono casta o non corrispondono a certe caratteristiche. Credo che ci sono in Sicilia, e noi della sinistra lo abbiamo fatto, magari non riuscendo a raccogliere molti consensi, però, da molto tempo, sostenitori delle posizioni dal punto di vista etico, morale, e Fava lo sta facendo perché è uno dei temi fondamentali della sua campagna elettorale quello, appunto, della lotta alla mafia, alla massoneria, e a tutte le incrostrazioni che si possono realizzare nella pubblica amministrazione, che è uno dei motivi principali per cui chiediamo il voto. Quindi, questo penso sia uno degli aspetti centrali della battaglia politica di queste elezioni regionali.

Con i due movimenti principali della città che hanno spazzato la vecchia classe politica, Alcamo Bene Comune e i Cinque stelle, lei è stato molto critico.

Per la questione che riguarda ABC, mi ricollego al fatto che, secondo me, la politica deve essere coerenza ad un progetto, a delle idealità e a dei valori. Un movimento che si atteggia, dicendo appoggiamo Fava solo se ci dà la candidatura e, poi, un attimo dopo, non appena non gli si dà la candidatura, vediamo esponenti, se non tutti, ma molto importanti per il movimento, votare per il centro-destra e, poi, per Musomeci, è, secondo me, la negazione della politica, qualcosa che ho sempre combattuto. La politica non è solo un sistema per raggiungere una poltrona, degli obiettivi. Uno deve avere la coerenza di un progetto politico, idealità, e deve conservarlo. Nella posizione di ABC, non naturalmente in tutti i loro esponenenti perché conosco molte persone che hanno fatto la battaglia con il movimento, persone veramente meritevoli di cui ho grande rispetto, e in alcuni atteggiamenti dei vertici, io ho riscontrato un vizio di opportunismo politico. Peraltro, non hanno avvertito la loro base di trattative intercorse e di candidature proposte ufficialmente. Qualcuno dice che non c’erano, io ho le prove, anzi, era già stato concordato con alcuni esponenti della lista Fava. Ciò mi sembra riconducibile a quell’atteggiamento di trasumanza politica che tutto è uguale, destra, sinistra. Se l’obiettivo è il raggiungimento del potere, delle poltrone, questo è lontanissimo dal mio modo di fare politica e non potevo consentire che nella mia città venisse perpetrata una cosa del genere. Per quanto riguarda il piano rifiuti, io nel 2010 ho introdotto la raccolta differenziata ad Alcamo, e già fin da allora abbiamo raggiunto percentuali inusitate per la Sicilia. Eravamo già al 50 % e oltretutto con una tariffa molto bassa che consentiva alla gente di pagare con soddisfazione. Quello che ho contestato è che il nuovo piano predisposto dall’amministrazione è economicamente e anche concettualmente sbagliato. Questo discorso che c’era un risparmio era, invece, un vero taglio di servizi e di personale, perché si riduceva di 30-40 persone il servizio di raccolta. Ritenevo, in quanto di mia competenza, perché mi occupo da 30 anni di rifiuti, che era economicamente insostenibile. L’ho detto prima in tempi non sospetti e con uno spirito di collaborazione nei confronti della giunta, perché ho invitato il sindaco e l’amministrazione comunale a rivedere questo progetto. Ho ottenuto in parte questo risultato, perché da 1 milione e 400 mila euro si è passati a 1 milione e 900 mila euro. Questo non è bastato. La prova che avevo ragione è stata la gara europea per l’assegnazione dei lotti. Mentre negli altri comuni è andata a buon fine, sono state presentate delle offerte, nel lotto di Alcamo-Calatafimi non si è presentato nessuno.

Come mai anche negli altri comuni ci sono state poche offerte nonostante i sopralluoghi di diverse ditte e di fronte a un appalto complessivo di 250 milioni di euro?

È un problema complesso. Per quanto riguarda la partecipazione alla gara d’appalto, c’è un sistema che comporta che spesso vengono confermate le ditte che c’erano prima. Altre persone che, magari, vorrebbero partecipare, non si presentano nonostante l’interesse. Sono logiche completamente diverse. Però, negli altri lotti si è dimostrato che, siccome sono iniziative imprenditoriali di grandissimo numero di soldi e, chiaramente, un imprenditore deve vederci un ritorno economico, mentre lì questo c’è stato, ciò non è avvenuto nel comune di Alcamo. In quest’ultimo appalto non c’era la tariffa puntuale, nonostante le mie richieste che ho reiterato all’assessore Russo e al sindaco Surdi. Gliel’ho reiterato 10 giorni fa e mi ha assicurato che, forse, in questa rivisitazione del nuovo piano, finalmente, ci sarà la tariffa puntuale che va in direzione delle tasche dei cittadini, del loro risparmio.

È stato in passato un deputato nazionale e la sinistra ha puntato quindi su una candidatura “sicura”. Come la provincia di Trapani può vedere un futuro con lei rappresentante all’ARS? Chi piu di me che da 30 mi occupo di questi temi, tra l’altro, non facendo solo protesta, avendone dato prova anche quando sono andato al governo di poterli realizzare. Credo che posso essere una garanzia di affidabilità e di competenza che molti altri non possono dare.

Linda Ferrara

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