Con un’articolata nota stampa il consigliere comunale di Cambiamo Marsala, interviene sulla crisi politica al comune di Marsala.
“Nelle convulse giornate che hanno determinato di fatto la crisi del governo della Città ho preferito non proferire parola, assistere all’evoluzione degli eventi sforzandomi di osservare quasi con distacco quanto accadeva.
E’ giunto il momento, a mio avviso, di avviare una seria discussione con l’opinione pubblica relativamente alle strade che ci si pongono davanti.
Non entrerò nel dettaglio delle problematiche che hanno determinato tale crisi, non credo che alla gente comune, agli imprenditori che ogni giorno si sforzano di mandare avanti la propria azienda, ai cassaintegrati che intendono garantire un sostentamento dignitoso alle proprie famiglie, ai tanti, troppi giovani che non trovano un’occupazione, ecco a tutta questa gente non importa più di tanto delle beghe che la politica locale mette al centro del proprio dibattito.
Non importa delle rappresaglie in Consiglio Comunale, non importa dei veti incrociati di quella che è sempre più da considerare quale guerra fra bande. Non giova questo alla comunità, tutto qui.
Non importa alla gente comune l’ambizione di piccoli gruppi che cercano di ritagliarsi a tutti costi la propria piccola fetta di potere. Così come risulta stucchevole la condotta di chi “chiagne e fotte”, quanti vivono di vittimismo dimenticando l’antico adagio di “formichiana” memoria che vuole la politica quale “sangue e merda”, una delle definizioni più volgari forse ma certamente più efficaci. Bene, come uscirne vivi da tutto questo?
Quali azioni può l’amministrazione mettere in campo per dettare un indirizzo nuovo e che sia di rilancio rispetto alle prospettive future? Si prenda atto che, a torto o a ragione, la percezione che la nostra comunità ha dell’operato della giunta che ho con forza sostenuto è pressoché negativo. Che quanto di buono prodotto viene sovrastato dal chiacchiericcio, dal ciarpame di quanti operano a prescindere dalla onestà intellettuale, siano questi analfabeti funzionali o “dissidenti cronici” e per partito preso. Ma sarebbe scontato, oltre che sbagliato, trincerarsi dietro lo scudo della difesa d’ufficio.
Se la gente non sa che è stata posta in essere una seria politica di contenimento della spesa e di taglio agli sprechi è un problema nostro, se non sa che l’indirizzo che abbiamo dato alla nuova visione sul problema rifiuti è di netto contrasto alle disastrose politiche di connivenza “politico-antimafiosa” e di antagonismo rispetto al business delle discariche in mano alla “Confindustria” in Sicilia, è un problema nostro.
Se si continua a parlare di “Agenda Urbana” ed “Area Vasta” senza specificare che in questi progetti sono contemplate le linee di indirizzo che l’Europa impone per attingere ad ingenti somme relativamente al potenziamento della rete infrastrutturale, dell’efficientamento energetico, le piste ciclabili, la mobilità urbana con le coperture economiche per l’acquisto di nuovi autobus, quanto serve per la costruzione di una Città che possa dirsi finalmente europea..
Ecco, se la gente non sa a cosa si è lavorato in questi due anni, è un problema nostro e avranno la meglio quanti continueranno a puntare l’indice su problemi che magari hanno creato e che oggi, perse le posizioni di potere acquisite nel passato, si candidano a risolvere. Perché tanto la gente ha la memoria corta e vale la filosofia del “tutto scorre”. Bene, oggi ci si trova davanti ad un bivio. Una crisi può rappresentare ovviamente un’occasione, un’opportunità, basta saperla gestire di fatto. E se l’indirizzo che i vertici dell’amministrazione daranno andrà nella direzione della riconferma di assessori politici dimissionari che ritornano in chiave tecnica o di piccolo compromesso funzionale all’equilibrio dei numeri in consiglio comunale, allora questa non sarà la visione che potrò sostenere. E scrivo questo perché credo di fondamentale importanza la necessità del dare un messaggio forte, chiaro a quanti pensano che riducendo tutto ad una questione di poltrone si possa risolvere il problema. Penso altresì, ed è questa la grande occasione che ci si pone davanti, che oggi si possa mettere in campo quanto suggerisco ormai da troppo tempo: l’apertura completa alle migliori risorse delle quali la Città dispone e che sarebbero ben liete di poter dare il loro personale contributo per il cambiamento dello stato di cose presente.
L’azzeramento della giunta, dal mio personale punto di vista, un passo obbligato.
La riconferma di quanti hanno impresso il loro forte contributo sull’indirizzo da dare alla gestione della cosa pubblica, vada integrata all’innesto di nuove energie. Non si è in grado di lavorare, seppure nelle oggettive ristrettezze economiche che la congiuntura ci impone, di creatività e fantasia per la programmazione della stagione estiva? Si prenda atto del fallimento in questo senso e si vada oltre. Si prenda atto della incapacità di imprimere una visione nuova relativamente alle tematiche sopra esposte e si vada avanti, con coraggio. Quali i risultati ottenuti sul fronte urbanistico?
Sarà il caso di imprimere un segnale forte anche in questa direzione, guardando magari alle eccellenze delle categorie di riferimento? Ma andiamo oltre, provando a ribadire che in politica come nella vita non è tutto bianco o tutto nero. Questa la giunta che promuove l’istituzione di una commissione di controllo sugli appalti, qualcosa di certamente importante rispetto a quanto fatto in passato, quando importanti dirigenti venivano condannati per mafia. Tutti sapevano e nessuno denunciava…
E che si torni a parlare di politica.Che si metta al centro una visione del mondo “altra” rispetto a quanto i tempi sembrano volerci imporre. Che si torni a parlare di diseguaglianze, di merito, di futuro in un Città che sembra aver perso la speranza. E questa è la nostra occasione.
E’ quanto abbiamo promesso a quella importante fetta di elettorato che ci ha premiati nell’ultima tornata elettorale. Si abbia il coraggio di tornare fra la gente, di promuovere la partecipazione popolare alla determinazione delle scelte. Solo così, dal mio punto di vista si potrà imprimere un nuovo approccio per assolvere all’impegno preso. Solo così facendo potrò onorare personalmente il mandato che tanti cittadini mi hanno assegnato.
La lealtà, la coerenza e la sincerità nella politica di oggi sembrano essere concetti relegati a condizione da nostalgia romantica. Oggi ci si vende per una consulenza, per un “omaggio” del deputato di turno. Ma non possiamo, non dobbiamo permettere che nell’immaginario collettivo passi il messaggio che ci vuole tutti uguali perché l’informazione “mainstream” veicolata dai social lascia intendere questo. Laddove quanto sopra suggerito dovesse trovare risposta tempestiva e chi di dovere, il Sindaco nella fattispecie, decidesse come auspico di rompere definitivamente con la mediocrità che ne condiziona l’operato e che certamente ne offusca l’immagine, allora non avrei alcuna difficoltà a sostenere con impegno il suo operato nel garantire piena applicazione al programma elettorale.
Se questo non dovesse avvenire, allora il mio personale sostegno e di quanti mi accompagnano in questa entusiasmante e difficile avventura nel segno del rinnovamento, finirà col venir meno. Sarebbe inevitabile.
Si facciano avanti allora gli accattoni, i ricattatori, gli adulatori ipocriti, quelli del “va tutto bene”. Ma non voglio pensare che la politica nel mio territorio si possa ridurre soltanto a questo. Competenza, onestà intellettuale, capacità di confronto e umiltà siano le nostre linee guida, le nostre parole d’ordine. Se non saremo in grado di cogliere questa sfida prepariamoci ad una lunga stagione di marginalità per il centro-sinistra nel nostro territorio.
Poniamo le condizioni affinché anche la nostra comunità torni a scoprire il valore del confronto. Facciamo quanto possibile per costruire le basi di un percorso politico che guardi oltre le etichette, oltre le sigle, che metta al centro generazioni diverse e culture eterogenee. Che risulti quale argine all’avanzare della demagogia e dell’ignoranza, condizioni che finiranno presto o tardi per minare le basi della democrazia stessa. Non possiamo non accettare questa sfida, rilanciando il senso di “comunità” e guardando con coraggio alle tante problematiche in campo.
Non possiamo che volare alto, sganciarci dal bieco provincialismo che condiziona quotidianamente il dibattito pubblico. Dipende dal cittadino, che se vuole veder cambiare la propria Città non può che interrogarsi su quale sia il contributo da dare in termini di impegno diretto affinché questo avvenga. Ma dipende anche da noi e dalla capacità che avremo nel fare rete con le migliori realtà, ad oggi in posizione troppo marginale rispetto al “palazzo”.
Cominciamo da lì.
Daniele Nuccio