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Il filo che lega Messina Denaro e il Cnr: Report offre una nuova pista sulla latitanza e gli affari del boss

Un inedito indizio sulla latitanza e gli interessi del boss Matteo Messina Denaro è arrivato ieri sera nel corso della prima puntata della nuova serie di Report, il popolare settimanale d’inchiesta in onda il lunedì su Rai Tre. A metà serata, il neoconduttore Sigfrido Ranucci (per la prima volta in video al posto di Milena Gabanelli) ha lanciato l’inchiesta “Ricercatori e ricercati” in cui la redazione di Report ha approfondito il tema dei fondi destinata alla ricerca nel nostro Paese.

Un budget di 1,2 milioni di euro l’anno che spesso viene utilizzato in maniera discutibile, mentre si fa fatica a rinnovare i contratti ai giovani ricercatori, molti dei quali finiscono per scegliere di lasciare l’Italia, alimentando il fenomeno dei “cervelli in fuga” e contribuendo alle fortune di altri Paesi. L’inchiesta ha così passato in rassegna un’inquietante sfilza di spese e scelte che poco hanno a che fare con la ricerca o con la meritocrazia.

Finchè non si arriva al Cnr di Capo Granitola, sul territorio di Castelvetrano, sede dell’Istituto ambiente marino costiero. Ed è proprio lì che si fa riferimento a Matteo Messina Denaro, ufficialmente latitante da 25 anni. Eppure un dipendente delle pulizie dice di averlo incontrato di persona proprio lì, nell’ex tonnara. Una testimonianza destinata a suscitare scalpore. Stando al testimone un filo nero collega le attività del Cnr, che vanta budget per miliardi di euro, 7 dipartimenti e ben 8000 dipendenti, ai fiancheggiatori di Messina Denaro. Il servizio fa inoltre riferimento ai contatti con le logge massoniche di Castelvetrano, recentemente oggetto anche della Commissione Antimafia guidata da Rosy Bindi. Materiale per gli inquirenti, che stanno indagando sul caso.

(Il link completo dell’inchiesta)

Vincenzo Figlioli

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Tags: Matteo Messina DenaroReport