La Commissione agricoltura della Camera ha approvato ieri all’unanimità il Testo Unico sulla viticoltura e la produzione del vino. I deputati hanno, in pratica, confermato il testo che era passato nei mesi scorsi in Senato. Un palleggiamento molto breve tra i due rami del Parlamento, che ha prodotto la nuova legge. Un provvedimento che, come poco capita ultimamente, è figlio delle organizzazioni di settore che si sono fatte promotrici della riorganizzazione di tutte quelle leggi, disposizioni nazionali e sovranazionali che regolamentano il settore agro-vinicolo. Secondo quanto affermato anche dalle associazioni di categoria, si parla di circa 4mila pagine di normativa che fino ad oggi erano in vigore. I testi normativi del settore, erano non solo un intricato sistema di norme, ma generavano anche molta confusione, con iter burocratici molto cavillosi. Adesso, con la nuova legge, si cerca di snellire i procedimenti, di migliorare i sistemi di controllo, dare più informazioni trasparenti. La proposta è stata condivisa da diverse associazioni ed enti: dall’Associazione Nazionale Città del Vino ad Agrinsieme, il coordinamento che riunisce CIA, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative Italiane tra cui Agci, Federagri e Lagacoop. Tutti sostengono che con il neo Testo Unico si taglierà del 50% la burocrazia, guadagnando oltre 100 giornate di lavoro in più. “Un’operazione di semplificazione – commenta il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori”. Con il Testo unico potremo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi”. Anche i rappresentanti delle categorie interessate che a vario titolo, hanno partecipato all’ “operazione”, si dicono soddisfatte. “Dal vigneto alla bottiglia – ricorda Coldiretti – l’attuale sistema normativo – rendeva necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgevano 20 diversi soggetti, frenando il dinamismo imprenditoriale dei produttori italiani di vino. Il Testo Unico non solo semplifica comunicazioni e adempimenti a carico dei produttori, ma rivede il sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, riforma anche il sistema sanzionatorio, introduce sistemi di tracciabilità anche per i vini a IGT e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero”. Interessante anche la posizione della FIVI, Federazione dei Vignaioli Indipendenti, che rilancia la proposta del disboscamento amministrativo e legislativo, proporzionalità nei controlli e nelle sanzioni, proposte organizzative che riguardano la vigna, la cantina e l’imbottigliamento. Il nuovo testo unico è articolato in otto capitoli: le “definizioni” del settore, la produzione viticola, la produzione dei mosti e dei vini, la produzione dei vini a denominazione di origine controllata, la produzione degli aceti, la commercializzazione e l’etichettatura, i controlli e le sanzioni. “Con il testo unico a cui abbiamo dato un contributo nella stesura – afferma Enzo Maggio della Cia di Petrosino – le organizzazioni di rappresentanza della filiera vitivinicola hanno inteso dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi di uno dei settori più importanti del made in Italy agroalimentare. Per quanto riguarda la nostra zona, tra le più vitate d’Italia, l’impegno della mia organizzazione a sostegno dei lavoratori del settore continuerà come sempre”.
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