Inaugurato nel litorale della Spagnola, il Piazzale Vittime del 1° Maggio 1964

redazione

Inaugurato nel litorale della Spagnola, il Piazzale Vittime del 1° Maggio 1964

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mercoledì 09 Novembre 2016 - 16:28

Il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo e i familiari dei giovani salesiani che annegarono nelle acque dello Stagnone tanti anni addietro, hanno ieri mattina scoperto il toponimo che indica uno spiazzo sulla litoranea della Spagnola (Punta Palermo) denominato “Piazzale Vittime del 1° maggio 1964”. Nel corso dell’inaugurazione, il primo cittadino, il Consigliere comunale Mario Rodriquez in rappresentanza dell’Assise di Palazzo VII Aprile, Carlo Vinci per i superstiti di quella sciagura e Diego Maggio a nome dei familiari, hanno ricordato con commozione quel tragico giorno di oltre 42 anni fa allorquando niente al mattino faceva presagire quella tragica sciagura in cui persero la vita 17 persone, 16 ragazzi che frequentavano i salesiani e un chierico che li accompagnava. Presenti alla cerimonia oltre ai parenti delle vittime, giunti a Marsala da diverse parti della Sicilia, gli assessori Salvatore Accardi e Clara Ruggieri e un altro superstite, Salvatore Padovani.

Tutti i nomi dei giovani che persero la vita per il ribaltamento delle barca con la quale dalla Marinella dovevano approdare a Mozia, sono stati nominati, uno per uno, da Diego Maggio. A benedire i presenti e il piazzale è stato Don Gino Costanzo, attuale direttore della casa Salesiana di Marsala. La tragedia colpì allora tutta la Sicilia poiché i giovani provenivano da diversi paesi di tutta l’Isola. Erano, complessivamente, 92 ragazzi, dai 6 ai 18 anni, salparono a bordo di tre barche: la “Giovanni III”, la “Vincenzo” e per ultima parte la “Giuseppe e Maria”, con sopra 34 ragazzini. Le condizioni meteorologiche erano buone, era una giornata di sole. Alle ore 11.50 la barca ebbe un sussultò, iniziò ad imbarcare acqua e in poco tempo tutti sono finiti in mare. I ragazzi tentarono di salvarsi tra loro, Carmelo Orlando ne salvò tanti ma perse la sua stessa vita. Come lui anche Antonino Messina, Michelangelo Turrisi, Giovanni Tirrito. Una vera e propria tragedia.

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