Sul possibile “divorzio” fra la compagnia low cost Ryanair e l’aeroporto di Birgi interviene anche l’associazione Trapani Cambia:
Assistiamo ancora una volta ad una nuova polemica infinita che ha ad oggetto la permanenza di Ryanair nell’aeroporto di Trapani “Vincenzo Florio”.
L’eventualità che Ryanair vada via dall’aeroporto di Trapani procurerà inevitabili effetti disastrosi, sia per l’economia dello stesso aeroporto e dell’indotto dello stesso, che per quella di tutte le numerosissime imprese della provincia di Trapani che vivono ormai prevalentemente della ricezione turistica derivante dai flussi turistici controllati dal potente vettore aereo irlandese e che in molti casi hanno investito notevoli capitali nelle stesse imprese.
Per opportuna memoria ricordiamo che a seguito della quanto mai improvvida scelta del governo Crocetta di abolire le provincie regionali, nel 2014 è stato firmato un accordo che prevedeva un’azione di co-marketing a vantaggio di Ryanair per circa 2.500.000 di euro l’anno. I passeggeri che viaggiano attraverso il “Vincenzo Florio” sembrano essere più di un milione e mezzo e secondo la società di consulenza Kpmg in quattro anni la ricchezza generata nella Sicilia Occidentale è pari a 900 milioni di euro. Numeri da brividi, numeri che in maniera inequivocabile possono rappresentare il baratro o la salvezza dell’economia della nostra provincia. Eppure di fronte a questi numeri, in questi anni abbiamo assistito ad una gestione dell’aeroporto che definire dilettantesca è poca cosa.
Nessuna governance, nessuna trasparenza, nessuna azione commerciale, tranne quella di fare gli utili ruffiani ai conti economici di Ryanair
La compagnia irlandese fa base a Trapani dal 2008, garantendo quasi trenta rotte nazionali e internazionali. Da quella data nessun’altra iniziativa tranne Ryanair.
Proprio nel momento in cui è necessario prendere decisioni importanti e strategiche, ci confrontiamo col nulla assoluto.
Infatti con l’abolizione delle province regionali, voluta dal governo Crocetta, si è creata una sorta di impasse. Oggi non c’è la politica, non c’è la proprietà dell’aeroporto, non c’è il management (per la verità non c’è mai stato).
Anzi si sente una fortissima puzza di bruciato.
Ancora una volta si vuole consegnare una struttura fondamentale del nostro territorio a Palermo ed al suo califfato.
Nel frattempo Ryanair batte cassa e attende le somme stabilite da un accordo di co-marketing con i comuni della provincia di Trapani e ricatta tutto il territorio minacciando in sostanza la povertà economica della nostra terra.
Inoltre, come se non bastasse, assistiamo alle ultime sparate, secondo le quali, si troverebbe un sostanziale conforto nel fatto che, in fin dei conti, abbiamo sempre l’aeroporto di Palermo vicino che risolverebbe tutti i nostri problemi e che anzi una società di gestione comune risolverebbe la maggior parte dei problemi. Niente di più sbagliato!
Economicamente è di tutta evidenza che nell’ambito delle infrastrutture logistiche, porti ed aeroporti rappresentano gli elementi fondamentali e più importanti per uno sviluppo di un territorio. In presenza di un aeroporto funzionante aumenta la competitività del sistema economico in cui esso si inserisce. In sostanza la competizione turistica tra i territori si misura in maniera determinante attraverso l’efficienza degli aeroporti presenti sugli stessi territori che inevitabilmente sono in concorrenza tra di loro anche attraverso la logistica.
E quindi di fronte a tanto degrado politico ed economico non ci possiamo astenere di fare le nostre aspre critiche:
Perché le carte della gestione dell’aeroporto non sono pubbliche?
Chi e cosa si vuole proteggere?
Perché non c’è stata mai una politica regionale comune nei rapporti commerciali con Ryanair ? (A tal riguardo è di tutta evidenza che trattare con Ryanair in maniera disconnessa e disordinata ha permesso di massimizzare i ricavi del vettore irlandese, mettendo in concorrenza gli aeroporti siciliani tra di loro; peraltro i trasporti aerei da e per la Sicilia sono oggi tra i più remunurativi nell’ambito dei voli c.d. domestici).
Perché nessuno dice che Trapani è l’unico aeroporto italiano che pur avendo rapporti importanti con Ryanair , non ha aumentato il proprio lavoro sia in termini di fatturato che in termini di passeggeri, che in termini di presenza di altri vettori aerei , dimostrando ,in termini chiari, l’incompetenza totale di chi ha amministrato lo scalo trapanese?
Perché nessuno dice che Trapani è l’unico aeroporto italiano dove Ryanair pur facendo buoni affari , non ha investito nulla? (Recentemente Ryanair su Bergamo ha investito 28 milioni di Euro costruendo un nuovo Hangar)
La politica è assente o vive in altri pianeti!
D’altra parte non ci risulta che in corrispondenza delle fantomatiche e costosissime azioni di co-marketing, ci sia stato qualche ente o l’Airgest stessa che abbia intrapreso azioni imprenditoriali per far propri i dati riguardanti i turisti arrivati a Trapani ed ha fatto azioni commerciali a sostegno del territorio stesso, per far sì che gli stessi turisti tornassero nel nostro territorio a prescindere da Ryanair.
I clienti sono Ryanair e rimangono di Ryanair, anche se il co-marketing è finanziato con i soldi del contribuente trapanese.
Insomma, il sonno della buona politica lo paghiamo tutti.