Provincia

Gaspare De Blasi

Marsala

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venerdì 07 Ottobre 2016 - 06:42

Si terranno, come vi abbiamo raccontato nella cronaca politica nel giornale di ieri, il prossimo 20 novembre le elezioni provinciali. Si, avete capito bene. Il Consiglio provinciale, il presidente e la sua giunta saranno eletti. Solo che a votarli non saremo noi. L’elettorato passivo e attivo è cambiato per legge. Si tratta di una norma nazionale che dopo anni di discussioni è stata recepita anche in Sicilia (siamo a statuto speciale, si sa…) dall’Ars. Voteranno i Consiglieri comunali di tutti i comuni della provincia. Dovranno recarsi alle urne e scegliere il presidente e tutto il resto tra quanti si candideranno ( e se non si candiderà nessuno?). Potrà essere eletto capo dell’amministrazione provinciale un sindaco. Ora noi che siamo da sempre malpensanti abbiamo il dubbio che quando si tratterà di assegnare fondi per il rifacimento di strade provinciali ricadenti nel territorio del sindaco – presidente, volete che quest’ultimo non parteggi per indirizzarli verso la sua città? E’ umano, magari non è giusto ma così va la politica. Alzi la mano chiunque non ritenga questo nostro dubbio legittimo. Siamo pronti ad abbassarla, noi per primi, se il prossimo presidente resistendo alla tentazione, finanzierà per primi i comuni limitrofi. Torniamo alle elezioni. Il voto non sarà uguale per tutti. Quello dei consiglieri dei comuni più piccoli varrà di meno. La legge stabilisce questa specie di voto compensato per cui il voto espresso dai consiglieri dei comuni più grandi, secondo lo studio di quanti se ne intendono varrà, in termini di attribuzione dei seggi, il 33% in più di quello dei colleghi dei comuni più piccoli. Si era detto aboliamo le provincie e invece rieccole, travestite da un qualcosa di incomprensibile, ma rieccole. I politici eletti non avranno più lo stipendio, ma soltanto le spese saranno pagate. E lo stipendio ai consiglieri provinciali chi lo aveva dato? Questa stessa classe politica che ora si è pentita. Non era più semplice abolire tutto e passare le competenze con i relativi trasferimenti economici, ai comuni dove ricadono le strade o delle scuole di cui si occupavano le provincie? Appunto era molto semplice. Non fa per la politica, per questa politica.

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