Questione generazionale

Vincenzo Figlioli

Marsala

Questione generazionale

Condividi su:

martedì 21 Giugno 2016 - 06:00

Ormai è chiaro, se con i suoi difetti e i suoi limiti il Movimento 5 Stelle riesce a conquistare anche le grandi città, siamo di fronte a un fenomeno completamente nuovo, che si lega alla principale emergenza sociale e civile del Paese: la questione giovanile, diventata ormai questione generazionale. C’è un segmento in Italia che da anni non trova rappresentanza né attenzione dai partiti tradizionali e che adesso chiede spazio per le proprie idee e la propria visione del mondo. Giovani che inizialmente avevano guardato con interesse a Matteo Renzi, quando si presentava come “rottamatore” del sistema, ma che adesso hanno perso fiducia nell’ex sindaco di Firenze, che ha finito per assorbire trasformisti e voltagabbana che gli italiani avrebbero voluto vedere fuori dai palazzi del potere. A Torino questo segmento preferisce la Appendino a Fassino, non perchè il sindaco uscente abbia operato male, ma perchè evidentemente non ha ascoltato la richiesta di ricambio generazionale che arrivava dal basso. A Roma magari stimava Roberto Giachetti, ma non la classe dirigente del Pd che aveva ignobilmente giubilato Ignazio Marino, strizzando l’occhio ad affaristi, lobbies e palazzinari. E ad Alcamo, per la prima volta in provincia di Trapani sceglie il Movimento 5 Stelle, rottamando 23 anni di centrosinistra. E dire che Domenico Surdi e gran parte del suo gruppo provengono proprio dall’area del centrosinistra: sarebbe bastato valorizzarne le idee quando chiedevano spazio per ritrovarsi con un ricambio generazionale di sicuro valore. Si è preferito farli andar via, nella convinzione di essersi liberati dei soliti piantagrane. Non si illudano gli elettori del Pd che i propri dirigenti possano recepire il messaggio e invertire la tendenza: in Sicilia Davide Faraone ha già indicato la linea, con la solita campagna acquisti tra le file dei moderati, sperando che imbarcare Paolo Ruggirello, Salvatore Cardinale e i soliti nomi buoni per tutte le stagioni basti a fargli guadagnare la successione a Rosario Crocetta. Chi continua a ragionare con i parametri del passato, come abbiamo scritto qualche settimana fa, è destinato ad essere spazzato via. I giovani e tutti coloro che in questi anni si sono sentiti esclusi dalle amministrazioni e dalla politica hanno già scelto: non voteranno più chi prometterà un posto di lavoro, una stradella o un buono benzina. Ma gli uomini e le donne che riterranno più credibili e che sentiranno più simili.

Condividi su: