Arriva al Tar la protesta dei pescatori di tonno marsalesi

Gaspare De Blasi

Arriva al Tar la protesta dei pescatori di tonno marsalesi

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venerdì 11 Marzo 2016 - 06:57

E’ stata discussa davanti al Tribunale Amministrativo di Roma il ricorso presentato dall’Associazione marsalese denominata “Organizzazione Produttori Pesca del Tonno”. I pescatori marsalesi protestano contro la ripartizione della quota di pescato, che secondo loro li penalizza. Marco Tramati è il presidente dell’associazione.

Comandante, come si arrivati alla conclusione di adire per la via giudiziaria?

Premetto che la soluzione del nostro problema può e deve arrivare per via “politica”. Tuttavia la mancanza di risposte e le difficoltà che ogni giorno affronta il nostro settore, ci ha spinto ad arrivare alla soluzione di rivolgerci al giudice, dinnanzi al quale siamo rappresentati dall’avvocato Salvatore Sinatra.

Cerchiamo di capire quale è la situazione attuale

Occorre partire dal lontano anno 2000. Allora gli organismi internazionali che si occupano di pesca, di cui fa parte anche l’Italia, decisero di diminuire la quota del pescato perché i tonni rossi del Mediterraneo rischiavano l’estinzione. La decisione ha sortito i suoi effetti.

In che senso?

Nel senso che nel giro di un decennio il tonno stanziale è aumentato tanto che Iccat, organismo mondiale che studia il fenomeno, ha dato il via libera ad una ridefinizione al rialzo delle quote.

E allora?

Bisogna anche qui inquadrare la decisione e calarla nel contesto dei sistemi di pesca. Il tonno tradizionalmente, nella convinzione della gente, si pesca con le famose tonnare fisse. In realtà esse nel Mediterraneo sono quasi scomparse. Ne sopravvivono soltanto due nel mare della Sardegna. A proposito di questo stipo di pesca, si sta studiando il modo per fare rivivere le tonnare fisse, pensiamo a quella di Favignana, a scopo turistico pescando il pesce per fare rivivere l’antico sistema di cattura del tonno per i turisti e poi rilasciarlo.

E gli altri sistemi?

Il sistema che raggruppa la mia associazione è quello del palangaro. Si getta in mare un filo steso contenete un certo numero di ami innescati, e si cattura il tonno. Infine ci sono le tonnare cosiddette volanti a cui è stata assegnata la maggior parte di quote di pescato.

Voi contestate questa ripartizione?

Si. Oggi alle tonnare volanti è assegnato il 74%, mentre a noi soltanto il 13%. Non è normale, soprattutto visto l’aumento del pesce che oggi staziona nel mare Mediterraneo. Chiediamo al giudice amministrativo di bloccare il provvedimento emanato dal ministro Martina e poi di potere aprire un tavolo dove esporre le nostre ragioni e fare le nostre richieste.

Cerchiamo di capire. Perché chiedete l’aumento della vostra quota? Perché il tonno oggi è più numeroso nel mare Mediterraneo?

Questo è il motivo base. Faccio un esempio per farmi meglio comprendere. Se ad un armatore la quota che spetta è di 5 tonnellate e la raggiunge in una o due battute di pesca, il resto della stagione che deve fare? E inoltre se la seconda volta sfora la quota cosa dovrebbe fare? Dire al tonno di non abboccare più?

Tra poco meno di due mesi avrete la risposta dal giudice del Tar di Roma. Lei ha parlato anche di interventi di natura politica. Con chi vi siete confrontati?

Abbiamo parlato con tutti i sindaci che si sono avvicendati a Marsala negli ultimi anni. Tante promesse di interessamento, ma niente di concreto. Ora pensiamo di incontrare i parlamentari europei della Sicilia. La pesca è un patrimonio di storia e di cultura, oltre che fonte di occupazione per tante famiglie. I problemi legati al settore debbono essere patrimonio della politica. Constato spesso che vi è tanta poca conoscenza delle nostre tematiche.

Ed è paradossale. Proprio in un momento in cui la delega di sottosegretario al settore della pesca è stata assegnata al catanese Giuseppe Castiglione. Vi ripromettete di incontrarlo?

La nostra associazione intende dialogare con tutti. Chiediamo però che chi è deputato a farlo sia a conoscenza delle problematiche che affronta. Solo così potremo avere delle risposte. Spesso, troppo spesso, abbiamo avuto l’impressione che chi ci stava ascoltando non fosse a conoscenza dell’argomento affrontato

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