Punti nascita

Claudia Marchetti

Apertura

Punti nascita

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sabato 09 Gennaio 2016 - 07:30

Quante volte abbiamo denunciato la realtà “precaria” del nostro nuovo ospedale “Paolo Borsellino”, fatto di sale operatorie chiuse, di lunghe file ed attese interminabili, di carenza di personale. Non possiamo e non dobbiamo ritenerci fortunati perchè il diritto alla salute tutelato dalla nostra Costituzione dovrebbe esserci garantito. Dovrebbe. Eppure rispetto ai piccoli centri Petralia Sottana, Santo Stefano di Quisquina, Musomeli e l’isola Lipari siamo fortunati ad avercelo un ospedale. Ma in questi giorni il Ministero della Salute ha firmato la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno ritenuti al di sotto dello standard di sicurezza. Perchè ancora una volta il Governo anziché curare, il problema lo estirpa alla radice. Il Ministro Lorenzin ha preso a cuore il caso della piccola Nicole morta mentre veniva trasportava nell’ambulanza dalla clinica privata di Catania dove era nata, clinica priva però di un reparto di Rianimazione. Come lei purtroppo tanti altri casi. Questo ha spinto il Governo ad accendere i riflettori sulla situazione sanitaria di alcuni presidi adottando nuove linee guida che mettesse in sicurezza la rete ospedaliera neonatale. Il provvedimento però, non risparmierà altre cliniche, alcune delle quali, come quella di Bronte e Licata, hanno ricevuto solo una deroga per proseguire la loro attività. Ma di fronte ad un’emergenza simile sembra che l’unica regola applicata al momento, è quello dello “scarica barile”. La Lorenzin invita la Regione siciliana ad avviare i concorsi per le assunzioni dei medici, ma si sa, questo richiede dei finanziamenti nel settore che negli ultimi anni, nell’isola, ha subito gravi disservizi e scarsa attenzione da parte dei governi che si sono alternati alla guida. L’AnciSicilia dal canto suo, ha già manifestato il malcontento dei sindaci delle zone interessate chiedendo un tavolo tecnico con Governo e Regione per trovare delle soluzione alternative. Perchè ad esempio, a Petralia, la struttura c’è, il personale è altamente professionale ma insufficente. Quello che va chiesto ai vertici dovrebbe essere anche il rispetto delle regole nella valutazione dei punti nascita, senza far prevalere l’uno sull’altro a parità di condizioni, senza fare, in buona sostanza, figli e figliastri. Non ci resta che attendere cosa accadrà in provincia di Trapani che attualmente sembra non essere interessata dalla vicenda.

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