Non sarebbe il caso di discutere seriamente del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco? In quei giorni Roma apparirà agli occhi del mondo, non solo e non tanto come la capitale dell’Italia, ma come il cuore del cattolicesimo mondiale. Si terranno una una serie di eventi religiosi che diventeranno altrettante occasioni per i terroristi jihadisti di accaparrarsi il palcoscenico perfetto, su scala mondiale, per le loro azioni sanguinarie. La stessa ribalta si rivelerà molto appetibile anche per tutti i pazzi, i mitomani, i seminatori di panico, gli impresari della paura che approfittano della psicosi collettiva per diffondere falsi allarmi. Dall’8 dicembre prossimo e per 365 giorni, chiunque potrà fare una telefonata anonima per segnalare una bomba o un kamikaze in piazza San Pietro o in un’altra basilica giubilare. E, in questo clima, chi si assumerà la responsabilità di giudicare falso l’allarme senza evacuare ogni volta la piazza o la chiesa? Se già è difficile scongiurare veri attacchi terroristici con misure straordinarie per un anno intero in una città vasta e popolosa come Roma (fra residenti, turisti e pellegrini), combattere quelli falsi, cioè distinguere in tempo reale gli allarmi fondati da quelli infondati, sembra impossibile. Contro la psicosi e il panico che trasformano pure lo scoppio di un petardo o di una lampadina nel fuggifuggi generale, abbiamo ancor meno armi di difesa che contro i kamikaze. Non affermiamo questo perché il Giubileo va annullato. Non abbiamo né i titoli né le competenze per farlo. Stiamo dicendo che chi ha quei titoli e quelle competenze, cioè il governo italiano, dovrebbe discuterne seriamente, avere una idea certa e poi dibatterne pubblicamente in Parlamento. E infine comunicare la scelta fatta agli italiani e ai fedeli di tutto il mondo che hanno prenotato o intendono prenotare un soggiorno a Roma. Tenendo presente che parecchi sindacalisti del settore denunciano che i nostri agenti di polizia hanno quasi tutti il giubbotto antiproiettile scaduto, cioè meno sicuro, perché gli ultimi bandi di gara prima dei tagli selvaggi risalgono al 2004-2005 e ogni dieci anni i giubbotti vanno sostituiti perché deteriorati. Aggiungiamo lo stato comatoso delle auto, degli equipaggiamenti e delle tecnologie. Il quadro è ben poco rassicurante, a prescindere dalle capacità professionali delle forze dell’ordine e dalle sbandierate promesse di “più fondi alla sicurezza”. Non ci sarebbe nulla di male se il governo dicesse che, alla luce dell’ultima escalation, non se la sente di garantire la sicurezza del Giubileo. L’anno Santo è un evento religioso che spetta al Papa annunciare e anche, eventualmente, revocare. Ma coinvolge uno Stato sovrano diverso dal Vaticano, il nostro, che dev’essere libero di decidere in autonomia, in base a criteri diversi da quelli religiosi. Poi si terrà lo stesso e amen.
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