Per Fabio Salvatore Di Pietra la pena è di 4 anni e 8 mesi, per Antonino Titone 4 anni e 2 mesi, ma gli avvocati annunciano: “Ci appelleremo”
Il GUP Annalisa Amato ha emesso sentenza di condanna a conclusione del processo, celebrato con il rito abbreviato, a carico di Fabio Salvatore Di Pietra, 36 anni, e Antonino Titone, 52 anni, che lo scorso novembre furono arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Marsala, in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Marsala per i reati di tentata rapina aggravata e detenzione e porto illegale di arma da fuoco, commessi in concorso. Secondo gli investigatori i due, il 26 giugno del 2013, avrebbero tentato di rapinare un rappresentante di gioielli nel garage di un condominio di lungomare Boeo. Secondo gli inquirenti entrambi agirono a volto coperto ed uno dei due era armato di pistola. I due avrebbero aspettato la vittima designata sotto casa in attesa del suo rientro al termine del solito giro di lavoro e, mentre stava parcheggiando la macchina nel garage condominiale, si sarebbero avvicinati all’auto tentando, mostrandogli l’arma da fuoco, di farlo scendere e di farsi consegnare la borsa piena di oggetti preziosi del valore di migliaia di euro. Il rappresentante, però, riuscì a fuggire con l’auto nonostante uno dei due esplose dei colpi di pistola. I carabinieri trovarono i bossoli e grazie a queste “tracce” e alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza risalirono ai due. Il pm Scalabrini aveva chiesto il giudizio diretto, ma i difensori – gli avvocati Luisa Calamia e Duilio Piccione – hanno chiesto e ottenuto dal giudice per l’udienza preliminare che i loro assistiti venissero giudicati con il rito abbreviato. Il processo è iniziato a maggio e il pm Penna, in sede di requisitoria, aveva chiesto una condanna ad 8 anni per Di Pietra e a 7 anni e 6 mesi per Titone, “ma – ha detto l’avvocato Piccione – la difesa ha smontato le accuse. Ad ogni modo ci appelleremo”.