Marsala riparte dalla cultura e lo fa con la grande mostra antologica dedicata al maestro Franco Sarnari, inaugurata sabato al Convento del Carmine. “Franco Sarnari. Addizioni e Sottrazioni” raccoglie le opere principali del pittore romano, uno dei maestri del Novecento. Sessanta opere, e tra queste sei bellissime tele monumentali, ne descrivono i vari cicli affrontati dall’artista oggi ottantenne, uno straordinario e al tempo stesso dettagliato focus sulla sua arte, a partire dalle tele realizzate negli anni Cinquanta o le opere “Pop” dei primi anni Sessanta. Nelle splendide sale all’interno dell’antico convento è stato realizzato un vero e proprio percorso dove non potevano mancare i quadri “Sull’Amore” per dare grande spazio ai “Frammenti”, il ciclo più noto di Sarnari, passando poi dagli “Studi di Prospettiva” fino alle opere più recenti che tendono all’astrazione. La seconda ala del convento ospita le famose “Cancellazioni” e i “Neri”, uno dei cicli più recenti. Una ricerca pittorica indagata dal critico Sergio Troisi, curatore della mostra che resterà fruibile fino al prossimo 4 ottobre.
“Osservando l’opera di Sarnari nella sua interezza – spiega Troisi – quello che subito si coglie è la dimensione di costante ciclicità. Sarnari lavora offrendoci non solo quei punti fondamentali della sua pittura, come spazio, tempo, luce, ombra, ma ci offre sulle tele quegli aspetti che sono capisaldi della cultura del Novecento. Spesso alcune opere nascono prendendo spunto dai cicli precedenti, come ad esempio i giochi di luce ed ombra che troviamo nei Frammenti e che poi diventa il mare, e che ritorna negli ultimi Neri, o ancora nel ciclo dei Controluce che inizia a realizzare alla fine degli anni ’80. Chi ha il privilegio di visitare questa mostra, avrà davanti il percorso artistico completo, un’assoluta unitarietà e unicità tipica dei grandi artisti. Un percorso che in Sarnari è lampante e che è anche il segno della sua grandezza”. All’inaugurazione è intervenuto anche il neo sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, che ha salutato con favore, insieme ai suoi assessori e consiglieri comunali, l’avvio di una nuova fase culturale per la città di Marsala anche grazie all’iniziative dell’Ente Mostra che si è sempre contraddistinto per esposizioni di alto profilo critico-artistico. Tra le opere in mostra c’è la grande tela inedita del 1967 (300×450 cm), che apre la sala dedicata al ciclo dei quadri “Sull’amore”, e la grande opera “Geometrie del Cielo” (300×300 cm) del 2014, ospitata di recente alla mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh” alla Basilica Palladiana di Vicenza. Ci sono anche le grandi tele dedicate a Piero della Francesca, all’interno del ciclo delle “Cancellazioni” ed ancora gli studi di sottrazione su Millet, i quadri in omaggio a Tintoretto e Vermeer, le opere “A Monet e Pollock”, per i “Controluce”, con protagonista il “Trittico Primavera”. Tra gli interventi di ieri sera, non previsto, anche il critico Marco Goldin che negli ultimi vent’anni ha curato mostre e studi proprio sull’autore.
“E’ una mostra molto ben curata – ha commentato Goldin al termine della sua visita – E’ strutturata in modo opportuno perché consente di abbracciare l’interno percorso artistico di Sarnari che copre i quadri più belli mettendo in evidenza il ruolo dell’autore nella pittura italiana già a partire dagli anni ’50. E’ un pittore che all’età di 82 anni sta continuando a dipingere tele straordinarie che danno il senso della sua vita operosa ma anche aprono nuove prospettive come nel caso della grande tela esposta fino a poco tempo fa alla mostra di Vicenza, una delle più belle del ciclo dei Neri. Credo che dipingerla sia stata non solo un’impresa dal punto di vista fisico, viste le dimensioni della tela, ma è interessante il lavoro di ricerca che ci regala la capacità di catturare la realtà delle cose che Sarnari ha sempre dimostrato. Riesce nelle sue opere a non far diventare racconto il diario della vita perché lo porta al di sopra trasformandolo in una riflessione universale”. Visibilmente soddisfatto e al tempo stesso commosso, Sarnari, poco prima del taglio del nastro, si è detto felice per la mostra che nei fatti celebra la sua intera ricerca.