Dopo avere fallito il progetto politico de il “Megafono”, il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta, sembrava essersi acquietato. Era approdato, armi e bagagli, all’interno del Partito Democratico. Aveva persino accettato che nel suoennesimo rimpasto di giunta, gli arrivassero alcuni “suggerimenti” romani per calmare le acque e risanare il Bilancio. Non è accaduto nulla. Le acque si sono fatte più mosse e il Bilancio sempre più in bilico. Tanto in bilico che si aspettano finanziamenti da Roma che, a quanto sembra, non arriveranno. Crocetta si è sentito preso in giro (da chi?) e ieri ha finalmente sbottato. Così in modo sparso, riportiamo alcune delle sue dichiarazioni prese dalla stampa. In veste critica verso il suo partito: “Se qualcuno è convinto che diventerà governatore perché tira il vento Renzi in Sicilia, rischia di prendere un grosso abbaglio”. Poi, in clima rievocativo, ha ricordato di essere stato: “…il primo governatore di sinistra scelto dai siciliani e non arrivato a Palazzo d’Orleans grazie a manovre politiche”. Poi sfidando il sottosegretario Davide Faraone (del suo partito…) che in tanti hanno già pronosticato come suo successore: “”Qualcuno che è stato eletto a Roma perché nominato pensa di poter prendere il mio posto, voglio vedere se all’Ars mi sfiduciano”. Infine facendosi sempre più minaccioso: “…proporrò subito di cambiare la legge elettorale inserendo la doppia scheda, una per le liste e un’altra per il presidente. Così vedremo quanti voti prenderà chi oggi fa il Solone”. Potevamo riportare altre dichiarazioni, invece vogliamo chiudere queste nostre note con una riflessione dal sapore, se volete, un po’qualunquistica. E i disoccupati siciliani? E l’agricoltura ormai ridotta in “fin di vita”? E i precari? E il turismo? E l’abusivismo edilizio? Infine per ultimo, ma non certo come ultimo ci mancherebbe. e la lotta alla mafia? Sono tutti argomenti tratti dal programma elettorale di Crocetta e da quello dei “Soloni”del Pd regionale. Sono arrivate le risposte? Fate voi. P.S. Per la “Par Condicio”, sono argomenti presenti anche nei programmi elettorali degli altri partiti. E tutti assieme non se ne andranno ma continueranno il balletto delle parti.
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