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Francesco De Vita condannato per associazione mafiosa. Il gup lo assolve per i reati omicidiari di cui si era autoaccusato

Il GUP di Palermo ha confermato la condanna per associazione mafiosa nei confronti di Francesco De Vita, 61 anni, arrestato nel dicembre 2009, che, dopo il suo arresto aveva iniziato a collaborare con la giustizia per poi ritrattare le sue dichiarazioni.  In particolare De Vita si era autoaccusato dell’omicidio di Gaspare Zichittella e di due tentati omicidi ai danni di Pietro Chirco e Antonino Titone che risalgono agli anni ’90. Si è appena concluso innanzi al  gup di Palermo Marina Petruzzella il processo celebrato con rito abbreviato e il verdetto è stato di condanna per 416 bis (associazione mafiosa) e di assoluzione per i reati omicidiari. La condanna per associazione mafiosa viene eseguita in continuazione con l’ergastolo, (pena definitiva), che De Vita sta già scontando per 416 bis e per l’omicidio di Giovanni “Vanni” Zichittella, avvenuto a Marsala, nei pressi di Porticella, il 15 giugno 1992. All’epoca De Vita avrebbe agito in concorso con Vincenzo Sinacori e Antonino Gioè, esecutori del piano che sarebbe stato architettato da Gioacchino La Barbera e Leoluca Bagarella. Si tratta dell’epoca della cosiddetta faida mafiosa marsalese. Dalle dichiarazioni rese da De Vita dopo l’arresto ha preso le mosse l’indagine della Dda di Palermo che poche ore fa è scaturita nell’operazione dei carabinieri “The Witness” in cui sono stati arrestati Antonino Bonafede, 79 anni, considerato il nuovo “reggente” della famiglia mafiosa di Marsala (che secondo gli inquirenti avrebbe preso il posto del figlio Natale Bonafede, recluso dal 2003 in esecuzione di un ergastolo definitivo), Martino Pipitone, di 64 anni, ex impiegato di banca, in passato arrestato per mafia, e due incensurati: il pastore Vincenzo Giappone, di 53 anni e il fabbro Sebastiano Angileri, di 48 anni. De Vita è stato assistito dall’avvocato Giacomo Frazzitta che ha dichiarato: “attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza emessa dal gup, ma l’assoluzione con formula piena per i reati omicidiari certamente mina alla base l’attendibilità di quelle dichiarazioni fatte originariamente da De Vita e poi ritrattate”.

Chiara Putaggio

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Tags: Antonino BonafedeFrancesco De VitaMartino PiccioneSebastiano AngileriVincenzo Giappone