Senso critico

Claudia Marchetti

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Senso critico

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martedì 24 Febbraio 2015 - 17:20

I fiumi esondano, le strade si sfaldano, le case ed i terreni si allagano. E’ il risultato di oltre un mese di piogge copiose non solo nella nostra Città ma in tutta Italia. Se una cosa accomuna nord e sud è quando la natura si ribella. Allora sì che siamo tutti uguali. Il nostro Paese in particolare negli ultimi anni ha vissuto drammatiche vicende dovute a frane, straripamenti e terremoti; spesso si dà la colpa agli eventi naturali che hanno “spazzato via” una casa, una vita, una strada. Come accaduto a Genova, o a Milano. E invece la causa va ricercata altrove, allo sfregio che l’uomo ha inflitto al suo habitat. I marsalesi ed i petrosileni ne stanno vedendo le conseguenze con i loro occhi: strade dissestate, litorali impraticabili, Protezione Civile ed Ufficio Tecnico a lavoro da giorni. La zona dei canali d’acqua di contrada Giunchi poi, è surreale: la strada è diventata un tutt’uno con l’acqua delle cosiddette “sachie” che la cingono in ambo i lati. L’altro ieri una macchina che è transitata di lì è caduta nel canale in quanto non è riuscita a distinguere la carreggiata. Bisognerebbe che il cittadino sviluppasse più un senso critico e si ponesse qualche domanda. Perchè i fiumi straripano? Perchè spesso i letti si restringono per colpa della cementificazione e non riescono a gettarsi in mare, perchè l’alveo viene “tombato”. Perchè le colline franano? Perchè gli alberi vengono divelti e indeboliscono il terreno. Le case, spesso abusive, che vengono costruite ai piedi delle colline disboscate, possono essere distrutte facilmente dalle frane. Le barriere naturali sono ormai inesistenti. Perchè le strade sono dissestate? La scarsa manutenzione del territorio è la principale causa, la pioggia da solo il colpo di grazia. Perchè le case si allagano? Perchè molte volte mancano le griglie per lo scolo dell’acqua e le nuove tecnologie esistenti sono costose. Per quanto riguarda il crollo di cornicioni, la maggior parte è già in stato precario e l’umidità fa il resto. Tutto questo comporta solo la conta dei danni a persone, a cose, ad agricoltori e all’intero territorio. Chi paga? Dovrebbe pagare la politica, il Governo che interviene con leggi povere e inconcludenti, i dirigenti regionali (poche volte si è sentito dire di tangenti e mazzette!), i tecnici che spesso non hanno i requisiti per svolgere il loro lavoro. Le soluzioni ci sono, ma non vengono applicate: rifare gli argini, bloccare la barbara cementificazione, realizzare i progetti che vengono bloccati per mancanza di fondi, recuperare investimenti europei che spesso le regioni si fanno scappare.

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