Nel lontano dicembre del 1988, conseguita la laurea, ricevetti un regalo inaspettato, grazie alla genialità e alla generosità di un amico, che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, un biglietto di andata e ritorno per Londra, città che avevo sempre sognato di visitare. Ho trascorso quasi un mese in questa metropoli visitando i famosi musei e aggirandomi per i tanti mercatini e pub della città. Mi sono più volte perso nella metropolitana più antica del mondo e credevo di averne bevuto il succo più intenso, solo ora ho capito che la mia esperienza seppur bella e indimenticabile aveva solo sfiorato la città di Londra.
Infatti, ho appena finito di leggere un libro squisito, si, l’uso di questo aggettivo inappropriato per un libro, è forzatamente voluto, per sottolineare una caratteristica che contraddistingue i libri di questa scrittrice siciliana, Simonetta Agnello Hornby, la presenza dell’elemento culinario in tutte le sue opere e nella veste più disparata. Precisiamo subito che non è questo aspetto che mi ha attrae di più delle opere di Simonetta Agnello Hornby ma il mix autobiografico di una donna siciliana che negli anni sessanta, partita alla volta di Cambridge per imparare l’inglese, ha vissuto gran parte della sua esistenza nella città più grande ed interessante d’Europa, Londra.
Il testo s’intitola “La mia Londra”, pubblicato dalla casa editrice Giunti, non è un romanzo, nemmeno una vera e propria autobiografia, ma una appassionata dichiarazione d’amore da parte della nostra scrittrice verso la città di Londra che l’ha accolta, dove ha trovato marito, ha costruito una famiglia e ha conseguito una splendida carriera prima come avvocato solicitor presso la city di Londra poi fondando un prestigioso studio che si è occupato per anni della difesa di minori vittime di violenza, infine come giudice e presidente del Tribunale Special Educational Needs and Disability. Ho letto altri libri di Simonetta Agnello Hornby, ma questo a mio modesto parere è il migliore. Non so se vi è mai capitato di visitare Londra o se avete in programma di farlo, questa è una lettura indispensabile, è il percorso di una donna e del suo rapporto negli anni con una città grande otto milioni di abitanti, che per molti aspetti non ha perso le caratteristiche di un luogo a dimensione umana. La scrittrice siciliana, che possiede da anni la nazionalità inglese, si misura, attraverso il racconto di esperienze importanti o addirittura marginali della sua esistenza, come il lavoro, i diversi traslochi, gli incontri con la gente comune, gli acquisti di ogni giorno e la vita familiare, con una cultura, quella inglese, che le ha riservato non poche sorprese.
Attraverso la lettura di questo delizioso libro potrete conoscere aspetti della città di Londra inusuali, fuori dalla logica del luogo comune dei turisti londinesi. Mi è molto piaciuta la scelta di aprire ogni capitolo del libro utilizzando citazioni tratte da Samuel Johnson, scrittore inglese del settecento, il primo a compilare un vocabolario della lingua inglese. Troverete all’interno di questo prezioso testo innumerevoli notizie di carattere storico, architettonico e sociale sulla città che oggi è la più multiculturale e multirazziale d’Europa. Questo è l’aspetto che più mi ha sorpreso nel lungo e avvincente ragionamento della nostra scrittrice, rivendicare più volte, quasi con orgoglio, il fatto che Londra più delle altre città europee ha colto nei flussi migratori, che nella storia l’hanno interessata, un’occasione di crescita. Il melting pot di cui oggi è intrisa Londra, è per la scrittrice siculo- londinese un processo inarrestabile, che però ha reso Londra una delle capitali più belle e interessanti del mondo.
Vincenzo Piccione