Feder.Agri: “L’importanza degli immigrati in agricoltura”. Monsignor Mogavero: “Sicilia modello da imitare”

Claudia Marchetti

Feder.Agri: “L’importanza degli immigrati in agricoltura”. Monsignor Mogavero: “Sicilia modello da imitare”

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venerdì 17 Ottobre 2014 - 16:50

Gli immigrati una risorsa per l’agricoltura dell’Europa di domani; non un “peso” per la comunità. È questo il messaggio del seminario: “Immigrazione ed Agricoltura in Europa: un binomio chiave per costruire un futuro di diritti e sicurezza” tenutosi nei giorni scorsi a Marsala con delegazioni provenienti da 16 Paesi, autorità politiche ed ecclesiastiche. In apertura dei lavori, Carlo Costalli, presidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori: “In una Europa dove le nuove generazioni scappano dai campi i migranti potrebbero essere una risorsa per la comunità”. Nel 2013, nell’agricoltura italiana sono stati impiegati 140.611 operai extracomunitari, pari al 13,9% del totale forza lavorativa del settore. I dati statistici sono stati illustrati da Alfonso Luzzi, presidente nazionale di Feder.Agri: “Gli immigrati costituiscono quasi il 20% della manodopera agricola del nostro Paese. L’INPS ha rilevato che nel comparto agricolo siciliano hanno trovato occupazione stabile lo scorso anno 8.741 extracomunitari, pari all’8,7% del totale nazionale, con forte concentrazione nelle province di Ragusa, Trapani e Siracusa. Per lo più è forza lavorativa proveniente dal Maghreb”. “La Sicilia è un modello di integrazione multietnica – ha evidenziato Monsignor Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo –. Gli immigrati di questa terra, da sempre sono impegnati nella pesca ed in agricoltura. Sì ai prodotti di nicchia ma non lasciamo incolte le nostre terre per correre dietro a mode passeggere. A concordare con Mogavero, il Sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione: “L’economia agricola si regge sull’eccellenza agroalimentare siciliana, sui prodotti organolettici e salutari”. Nel corso del seminario si è parlato di estendere il modello siciliano dell’impiego della manodopera extracomunitaria nel settore primario anche in Europa, in questo senso si è espresso Piergiorgio Sciacqua, co-presidente di Eza, il Centro Europeo per le questioni dei lavoratori: “L’Europa ha il dovere, nel momento in cui li accetta sul proprio suolo, di provvedere alla loro istruzione di base ed alla formazione professionale”. L’EZA, assieme a Feder.Agri e MCL, opera già da qualche tempo su questo fronte con una rete composta da 69 organizzazioni di lavoratori, presenti in 26 diversi Paesi per abbattere le “frontiere immaginarie” rette ancora su vecchi stereotipi. I lavori del seminario sono stati accompagnati da visite guidate a Mozia, nel centro storico lilybetano ed alle cantine. Al termine della due giorni è facile affermare che: “L’Africa ha bisogno dell’Europa nella stessa misura in cui il Nord ha bisogno del Sud”. Tra gli organizzatori anche il Consigliere comunale di Marsala, Michele De Maria.

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