Dissequestrato l’impianto della “Sicilia Acquaviti”

Chiara Putaggio

Dissequestrato l’impianto della “Sicilia Acquaviti”

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lunedì 22 Settembre 2014 - 19:22

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo Fernando Sestito ha accolto l’istanza di dissequestro dell’impianto di distillazione “Sicilia Acquaviti”, opificio che era stato sequestrato per un’ipotesi di reato ambientale. I legali del collegio difensivo dell’azienda lo scorso 16 settembre avevano presentato istanza di dissequestro dalla struttura che era stata sequestrata lo scorso maggio e nella quale erano stati rimossi i sigilli lo scorso 3 giugno per consentire lo smaltimento dei reflui. Secondo l’accusa, infatti, l’azienda avrebbe sversato borlanda nel terreno circostante.

Intanto si terrà il 6 novembre davanti al GUP di Palermo la prima udienza che segue alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero della Dda Agnello nei confronti di Giuseppe Bianchi, 78 anni, rappresentante legale della “Sicilia Acquaviti” di Marsala dal 2009 al 2011, e della “Ge.Dis.” dal 1980 al 2012, e a Fabio Volpe, 48 anni, legale rappresentante della “Sicilia Acquaviti” dal 2011 al 2013. L’ipotesi di reato contestato è quello di aver disperso nell’ambiente circostante l’azienda di contrada Digerbato liquido di risulta della lavorazione industriale. L’indagine, inizialmente coordinata dal procuratore di Marsala Alberto Di Pisa e dal sostituto Giulia D’Alessandro poi, per competenza è passata alla Dda di Palermo, ed è stata avviata nel maggio 2013, quando la sezione di pg della Guardia di Finanza di Marsala cercò di saperne di più sul del possibile smaltimento illecito di scarti industriali da parte delle distillerie Ge.Dis, il cui stabilimento è nei pressi del porto, e di Sicilia Acquaviti. Dai controlli gli inquirenti hanno riscontrato che la borlanda (residuo della distillazione) della Sicilia Acquaviti sarebbe finito sui terreni attorno alla distilleria. A maggio l’impianto e terreni limitrofi per 162 mila metri quadrati sono stati sottoposti a sequestro preventivo, ma un mese dopo i sigilli sono stati rimossi.

Ad avanzare la richiesta di rinvio a giudizio è stato il pm della Dda Maurizio Agnello. La prima udienza si terrà davanti al GUP Fernando Sestito. A difendere gli indagati sono gli avvocati marsalesi Paolo Paladino, Maria Letizia Pipitone, Stefano Pellegrino e Arianna Rallo che hanno affermato: “Confidiamo che in breve tempo la questione sarà chiarita e l’accusa definitivamente superata”. A redigere l’istanza di dissequestro è stato l’avvocato Salvatore Sinatra, che ha corredato la stessa dalla relazione di un tecnico incaricato della messa in opera dell’impianto di depurazione.

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