Non si placano le polemiche sull’emendamento alla Finanziaria regionale firmato nei giorni scorsi dai parlamentari trapanesi Nino Oddo e Paolo Ruggirello e dal messinese Franco Rinaldi. Tutti e tre appartenenti alla coalizione che sostiene il governo Crocetta. Il testo, com’è noto, inserisce il contributo annuale per l’Ars (149 milioni di euro) fra le spese obbligatorie dell’amministrazione regionale, al pari di quelle che garantiscono lo stipendio dei dipendenti degli assessorati.
Una misura che, a detta di molti, consente di fatto ai parlamentari regionali di usufruire di una corsia preferenziale per quanto riguarda il pagamento mensile delle proprie indennità. A far crescere il fronte del disappunto rispetto a questa norma, sono state alcune dichiarazioni di Ruggirello che si sarebbe lamentato dei 15 giorni di ritardo con cui sarebbe stata accreditata ai deputati regionali l’ultima mensilità.
Duro il commento del segretario provinciale di Rifondazione Comunista Giuseppe Sanfilippo, che ha stigmatizzato la sortita del deputato trapanese: “Rifondazione Comunista ricorda all’On. Ruggirello, rappresentante del popolo siciliano sempre più vessato ed umiliato che: migliaia di giovani laureati e non, rappresentano realmente il futuro e la ricchezza del nostro paese ma vivono nella totale mancanza di prospettive occupazionali; migliaia di lavoratori hanno perso il proprio posto di lavoro nella più totale indifferenza di chi dovrebbe al contrario tutelarli; un settore come la formazione professionale , grazie ad una politica clientelare ed affarista, si ritrova con circa 8.000 operatori ridotti allo stremo, mediamente creditori di ben 13 mensilità che piangono ben 7 colleghi suicidatisi”. Sanfilippo, a nome del proprio partito, auspica che alla prossima tornata elettorale “il popolo siciliano tolga fiducia a una classe politica arrogante e irresponsabile”, invitando contestualmente l’onorevole Ruggirello a farsi da parte, assieme al collega Nino Oddo, “poiché un rappresentante del popolo siciliano che antepone i propri interessi ai bisogni primari di centinaia di migliaia di famiglie cadute in disgrazia deve solo dimettersi”.
“Rispettare il pagamento delle spese obbligatorie significa tutelare le categorie di lavoratori che ruotano attorno i deputati, ma anche i fornitori” aveva da parte sua replicato l’onorevole Ruggirello, evidenziando come la norma intendesse sottrarre le spese in questione al potere discrezionale del governo regionale. Tra queste, non solo le indennità dei parlamentari, ma anche le competenze del personale in servizio (226 unità) e in quiescenza; i trasferimenti ai gruppi parlamentari per il loro funzionamento; i servizi ausiliari e di supporto; le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni e degli impianti”.