Il colonnello Rocco Lo Pane della DIA ha riferito dell’esistenza di titoli dal valore di 25, 25 e 20mila euro
Sono stati due i testi indicati nella lista dei pm Paolo Guido e Carlo Marzella che hanno testimoniato ieri mattina nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden” che vede alla sbarra, davanti al Tribunale di Marsala presieduto dal giudice Gioacchino Natoli cinque persone: Anna Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo, ritenuto il capo di Cosa Nostra, Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante e Antonino Lo Sciuto, ai quali è contestato il reato di associazione mafiosa, Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni e Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm. Ieri la prima a testimoniare è stata Maria Mangiore, medico di base, che ha risposto sulle condizioni di Maria Caterina Bonagiuso. Si tratta ancora della vicenda legata all’eredità lasciata dall’anziana deceduta nel febbraio del 2011 sulla quale, secondo l’accusa, Anna Patrizia Messina Denaro avrebbe accampato diritti, mettendo in atto, insieme al nipote Francesco Guttadauro una tentata estorsione. “Ho avuto come paziente Caterina Bonagiuso, dal 2003 fino a quando è deceduta nel 2011 – ha detto la dottoressa Maria Mangiore – La signora era ammalata di cirrosi epatica. Si aggravò da fine estate 2010 a febbraio. La visitavo in media una volta a settimana. Nel periodo di novembre o dicembre andavo a visitarla anche due volte a settimana, di solito o a chiusura dello studio, che era vicino casa, o nel pomeriggio o quando mi chiamavano. L’assistevano le signore Campagna e La Cascia e mi chiamavano per le urgenze”. I pm della Dda hanno chiesto di chiarire le condizioni mentali della donna. “Incominciò a non capire almeno un mese prima di morire – ha spiegato il medico –. Fino a dicembre mi salutava. Poi seguì uno stato soporoso, da gennaio. La signora era ben assistita”. Per via del fatto che il medico non ricordava alcuni particolari ritenuti importati, il presidente Natoli ha deciso che l’esame della stessa venga completato giovedì prossimo, giorno in cui potrà portare la documentazione medica occorrente a riferire i fatti con esattezza. Il secondo a salire sul banco dei testimoni è stato il colonnello Rocco Lo Pane che opera presso la dia di Trapani dal 2010 e che si è occupato dell’indagine sull’eredità di Maria Caterina Bonagiuso. “Accertammo che il testamento era stato redatto il 24 dicembre 2010 presso il notaio. Abbiamo verificato chi erano i legatari: Mangialomini Maria che riceveva un terreno
di 290 metri e un magazzino e un altro terreno di mille metri. Zancana Palmina, un vecchio immobile non abitabile in via Ruggero settimo, un terreno e un magazzino, Giuseppe Giardina due piccoli magazzini in via Ruggero settimo. Eredi erano Girolama La Cascia e Rosetta Campagna”. Occorre precisare che l’erede subentra nell’intero patrimonio o in una quota di esso ,mentre il legatario acquista diritti patrimoniali specifici (come un immobile, una somma di denaro). “Effettuammo accertamenti bancari nei confronti della signora Bonagiuso e delle due eredi per circa 700mila euro – ha detto il colonnello – Trovando numerosissime polizze vita, conti correnti”. Nel corso degli accertamenti è stata riscontrata l’esistenza di “assegni tre circolari di 25, 25 e 20mila euro la cui beneficiaria era Anna Patrizia Messina denaro da parte di La Cascia Girolama. Esiste anche una distinta della Banca Intesa San Paolo, in cui si legge un’aggiunta a penna virgolettata con la dicitura acquisto immobile. Non risultano registrati atti di compravendita né preliminari di immobili. Abbiamo esaminato il conto corrente di Anna Patrizia Messina Denaro presso la filiale di Castelvetrano del Monte dei Paschi di Siena accertando l’estinzione degli assegni con contestuale accredito nel conto corrente”.