Si tratta del titolare del nightclub, accusato di favoreggiamento della prostuzione: il 25 luglio è attesa la sentenza
Nell’ultima udienza l’avvocato Leo Genna difensore di Francesco Panico, 53enne titolare del night club che si trovava in contrada Digerbato, ha chiesto l’assoluzione per il proprio assistito accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. “La difesa ha terminato la propria discussione precisando che dagli atti del processo non è emersa la prova, al di là ogni ragionevole dubbio, circa la colpevolezza di Panico – ha detto l’avvocato Genna – ed in particolare modo che all’interno del locale vi fossero atti sessuali a pagamento. Sono emerse numerose prove che attestano che il Panico si è sempre diligentemente impegnato affinché non vi fosse alcuna pratica sessuale all’interno del locale e se qualche ballerina non ha seguito tali direttive Panico non ne aveva alcuna consapevolezza. Pertanto la difesa ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o, comunque, non costruisce reato”. Il 25 luglio discuterà Giuseppe Cavasino, che assiste la moglie di Panico, Oksana Vodyants’ka, di 36 anni. “La mia assistita – ha ribadito l’avvocato Cavasino – si occupava esclusivamente del bar che si trovava molto lontano dal luogo in cui, a detta dell’accusa, si sarebbero effettuati incontri sessuali a pagamento”. Nella sua requisitoria il pubblico ministero ha avanzato le richieste di condanna per il titolare del night club “Bocca di rosa” e per la moglie, chiedendo per Panico una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione mentre per la moglie la pena invocata è di due anni. La sentenza è attesa per il 25 luglio.