Come previsto, ieri, al Tribunale di Marsala, si è tenuta l’udienza che si è conclusa con la determinazione del collegio giudicante di riunire i due processi scaturiti dall’operazione antimafia “Eden” che si concluse il 13 dicembre 2013. In particolare in uno gli imputati erano in tre Patrizia Messina Denaro e Francesco Guttadauro, sorella e nipote del capomafia di Castelvetrano, e Antonio Lo Sciuto. Nell’altro alla sbarra erano in 22. Come spiegato dal presidente Natoli, alla base della nascita dei due procedimenti c’era il fatto che i tre imputati (già sottoposti a misure cautelari) avrebbero potuto chiedere di essere giudicati con riti alternativi. Ma visto che tutti verranno giudicati con rito ordinario, e visto che entrambi “derivano da un unico procedimento di investigazioni preliminari, come si desume dall’ordinanza di custodia cautelare del GIP di Palermo”, il collegio si è espresso favorevolmente sulla riunione dei due processi. Quanto alla possibile diversa competenza territoriale per alcuni imputati (che, secondo gli avvocati difensori, dovrebbero essere giudicati dal Tribunale di Trapani) e sulle richieste di costituzione di parte civile presentate nell’udienza del giorno prima (in particolare si tratta dell’associazione Antimafie e Antiracket “Paolo Borsellino” onlus, rappresentata in aula dall’avvocato Peppe Gandolfo, Confindustria Trapani, Antiracket Trapani e federazione Antiracket Italia.) il collegio si pronuncerà nella prossima udienza fissata per 5 giugno a partire dalle 12,30. Nell’udienza di ieri, gli avvocati Cardinale e Brancato, difensori di Anna Patrizia Messina Denaro (ieri presente in aula), sorella di Matteo, e l’avvocato Guttadauro (che assiste Francesco Guttadauro) si sono opposti ad alcune costituzioni di parte civile. Ad assistere al processo, è intervenuta una corposa delegazione di Libera (Tp) coordinata da Salvatore Inguì, come già accaduto nell’udienza del giorno precedente.
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