Davanti al giudice monocratico Vallone, ha preso il via il processo che prende le mosse dalle indagini effettuate dalla Capitaneria di porto di Marsala, sotto l’egida della Procura, secondo cui il titolare dei Cantieri navali che si affacciano sul porto lilybetano avrebbe commesso un illecito di natura penale installando un pontile in zona non consentita e trasgredendo la concessione. I fatti contestati risalgono al 2012 e, secondo l’ accusa, il titolare dei cantieri, Antonio Parrinello, sarebbe responsabile di una violazione al codice della navigazione. Nel corso della prima udienza, il pm ha presentato richiesta di produzione documentale e fotografica dalla quale si evincerebbero delle difformità rispetto alla concessione. Quanto all’imputato, i difensori Vito Cimiotta e Stefano Pellegrino hanno fatto sapere che produrranno una documentazione a discolpa e hanno anche chiesto l’esame dello stesso titolare del cantiere. La prossima udienza è attesa per il 21 ottobre, giorno in cui inizierà l’audizione dei primi testi d’accusa, gli investigatori che due anni fa condussero gli accertamenti. Questa ipotesi di reato non ha nulla a che vedere con quanto avvenuto lo scorso novembre quando la struttura era stata posta sotto sequestro per illeciti ambientali, ma un mese dopo i titolari hanno realizzato gli adeguamenti e ottenuto il dissequestro. In quell’occasione le verifiche furono realizzate dagli agenti della Capitaneria di Porto, dell’ARPA e dai vigili urbani. Le forze dell’ordine riscontrarono varie irregolarità di natura ambientale. Seguì il sequestro dell’ area disposto dal sostituto procuratore Giulia D’Alessandro. In circa un mese il proprietario del cantiere, Antonio Parrinello, si è occupato di provvedere ad alcuni accorgimenti al fine di ovviare alle irregolarità che sono state
riscontrate dagli inquirenti, come richiesto dalla Procura. Fatto questo, dopo le opportune verifiche, a fine dicembre, su istanza degli avvocati difensori Vito Cimiotta e Stefano Pellegrino, la Procura ha disposto il definitivo dissequestro del cantiere navale Parrinello. “In meno di trenta giorni – spiegò l’avvocato Vito Cimiotta – il nostro assisto ha provveduto ad effettuare tutte le opere necessarie all’adeguamento del cantiere alle vigenti norme sulla tutela dell’ambiente, dimostrando non solo senso del dovere, ma anche attaccamento al lavoro e sottoponendosi a un non indifferente sforzo
economico”. Tolti i sigilli ed effettuati gli adeguamenti alle norme anti-inquinamento il cantiere ha ripreso a funzionare regolarmente.
Forze dell'Ordine