Nave romana, si accende la polemica tra Marsala e Trapani

Claudia Marchetti

Nave romana, si accende la polemica tra Marsala e Trapani

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lunedì 31 Marzo 2014 - 16:05

Non c’è pace per la nave romana recuperata a Marausa nel 2011. Prima però, riepiloghiamo i fatti. Il Consiglio comunale di Marsala giorni fa, ha approvato un Ordine del Giorno secondo cui la nave andrà ad essere esposta al Museo Lilibeo con sede al Baglio Anselmi. A farle compagnia, la nota Nave Punica. I socialisti in seno al Massimo Consesso Civico però, si erano dichiarati contrari tramite il loro leader Nino Oddo, deputato regionale del PSI (chiarendo poi che la loro posizione è stata strumentalizzata), ciò facendo adirare non poco il Presidente Enzo Sturiano che ha ritenuto che essi non facessero gli interessi della loro Città. A Sturiano ha fatto eco il deputato regionale Paolo Ruggirello che si è detto favorevole alla conservazione della nave romana nel museo lilybetano visto che la Regione siciliana ha appena stanziato 3 milioni di euro per la sua musealizzazione che potranno così essere ben spesi. Adesso interviene il sindaco di Trapani, Vito Damiano (nella foto) che, con parole al veleno, ha affermato: “La nave romana di Marausa deve essere ospitata al museo Pepoli di Trapani. Cederla a Marsala sarebbe uno schiaffo alla cittadinanza trapanese e a quella di Marausa in particolare. Mi meraviglio che un deputato trapanese, per di più legato alla realtà delle frazioni, sostenga il trasferimento a Marsala del prezioso reperto”.

Vito Damiano

Se la prende così, con lo stesso Ruggirello. Secondo quanto afferma Damiano, si sta concretizzando un’intesa con il Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa per portare la nave a Trapani in vista della realizzazione del museo del mare nel centro storico. Secondo quanto emerso dagli studi, l’imbarcazione risalirebbe al terzo secolo d. C.; è lunga 15 metri e larga circa 5. Si era arenata a 150 metri dalla costa di Marausa Lido poco distante, pare, da un vero e proprio cimitero delle navi, in una zona dove spesso si incagliavano a causa dei bassi fondali. Il restauro del relitto è stato quasi completato da un laboratorio specializzato di Salerno.

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