Corte dei Conti, finanziaria e giunta: il percorso a ostacoli del governo Schifani

Mauro Seminara

Corte dei Conti, finanziaria e giunta: il percorso a ostacoli del governo Schifani

Condividi su:

Mauro Seminara |
sabato 06 dicembre 2025 - 5:30
Corte dei Conti, finanziaria e giunta: il percorso a ostacoli del governo Schifani

Renato Schifani, presidente della RegionePre intesa siglata questa mattina all'Aran Sicilia “Ormai non passa giorno...

“Ormai non passa giorno senza che arrivi una notizia che certifichi l’inefficienza e l’inefficacia di un governo e di una maggioranza delegittimati da risultati inesistenti e dalle numerose inchieste della magistratura”. Lo dice il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Antonio De Luca, riferendosi all’ultima notizia da ambiente togato che tocca nel vivo il programma del governo Schifani. Secondo De Luca, la Corte dei Conti “certifica in modo inequivocabile l’ennesimo fallimento del governo regionale nella gestione dei rifiuti”. Secondo la Corte dei Conti i termovalorizzatori non costituiscono una risposta unica e risolutiva sul piano rifiuti. “Non bastano a garantire una gestione sostenibile, visto che, come rilevano i magistrati – prosegue il capogruppo Cinque stelle – e come abbiamo sempre sostenuto noi, non esiste certezza su tempi, dimensioni o efficacia degli impianti”.

Nicita: “Piano regionale da rifare”

Gli fa eco il vice capogruppo del Partito Democratico in Senato, Antonio Nicita: “In 200 pagine vengono elencate tutte le falle, gli errori e le mancanze di un piano regionale che è praticamente da rifare”. Nicita, come anche De Luca, non perde occasione per canzonare il presidente della Regione sul Premio Custode dell’ambiente: “L’unico premio che Schifani davvero merita è quello per aver fatto lievitare i costi per la gestione scaricandoli sui cittadini riuscendo, contemporaneamente, a tenere questa regione in ostaggio di interessi e rifiuti”. La notizia giunta dalla magistratura contabile, subito commentata dalle opposizioni, non ha visto immediata replica da Palazzo d’Orleans che ha preferito occuparsi dei rilievi della Corte dei Conti prima di pronunciarsi nel merito.

La Regione: “Nessun freno o paralisi”

Nel tardo pomeriggio Palazzo d’Orleans ha infine commentato sottolineando che “non si tratta di controllo su atti puntuali di rilevanza finanziaria, come nel caso della delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto con effetto sospensivo del procedimento, ma di controllo sulla gestione che si sostanzia, come evidenzia la stessa Corte: in ‘raccomandazioni sollecitatorie di interventi e misure correttive’.” Quindi, la replica secca della Presidenza della Regione sta tutta in una frase: “Nessun freno né paralisi, come qualcuno sostiene, semmai uno sprone a procedere con aggiustamenti che rendano più efficace il riordinamento avviato ed ancor più speditamente”. Palazzo d’Orleans fa così sapere che “l’amministrazione commissariale intende, nel rispetto della funzione di controllo collaborativo offerto dalla Corte, raccogliere gli spunti ed i suggerimenti forniti che saranno oggetto di un confronto continuo in sede attuativa, proseguendo con determinazione nel completamento di un moderno ed efficiente sistema di gestione del ciclo dei rifiuti”.

Un momento delicato

Quello della relazione della magistratura contabile sui termovalorizzatori quindi non è un incidente insormontabile per la Regione Siciliana e per Renato Schifani che, come il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini riguardo il ponte sullo Stretto, andrà avanti rimuovendo gli ostacoli come annunciato. I due progetti, in fin dei conti, erano stati citati in chiusura intervento di replica da Renato Schifani a Sala d’Ercole sulla mozione di sfiducia quali punti cardine della proposta di questo governo, e non farà certo un passo indietro. Ma la bocciatura del Piano rifiuti incentrata sui due termovalorizzatori non lenisce le ferite in un periodo delicato in cui pubblicamente e mediaticamente il presidente della Regione non riesce a schivare tutte le critiche.

La manovra

Un momento delicato, in cui tra l’altro c’é da navigare in porto la struttura portante dell’azione politica del governo già a partire dall’inizio del prossimo anno: la legge di stabilità con cui rilanciare l’economia siciliana secondo il modello individuato e messo in atto proprio da Renato Schifani. Ma la manovra finanziaria non è l’unico disegno di legge con cui poter intervenire sulle sorti della Sicilia. Il gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana, non a caso, quando ha confermato la propria lealtà al governatore sulla mozione di sfiducia, ha ricordato per voce di Ignazio Abbate che “dopo” ci sono anche le riforme che questa maggioranza deve dare alla Sicilia.

Un dopo che suona di do ut des e ricorda agli alleati della coalizione che, nel corso del solo 2025, erano state respinte da Sala d’Ercole, con franchi tiratori della maggioranza, varie riforme che portavano la firma del gruppo democristiano e la condivisione della Presidenza. Ex province, Enti locali, Consorzi di bonifica, ed altri interventi legislativi andati in malora malgrado giunti in Aula con l’approvazione della maggioranza. Un “dopo” che potrebbe avere già nella finanziaria un anticipazione di nullaosta, almeno per alcuni reiterati interventi territoriali.

I provvedimenti

La Commissione Bilancio ha dato via libera a due provvedimenti contenuti, firmati Democrazia Cristiana e contenuti nell’articolo 11 del testo sulla finanziaria chiuso ed ormai pronto per essere trasmesso all’Aula. “Due provvedimenti importanti sono rivolti ai Comuni dove all’interno ci sono gli agglomerati industriali”, spiega il presidente della Commissione Affari istituzionali, il democristiano Ignazio Abbate. Due commi che si aggiungono in maniera emendativa ad una norma della finanziaria, come da volere della Presidenza della Regione che spalmerà così molti interventi territoriali concordati nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza.

Uno dei due interventi prevede 2 milioni e 200 mila euro a sostegno dei Comuni titolari di infrastrutture ricadenti negli agglomerati industriali, l’altro destina un contributo di 2,5 milioni di euro ai Comuni con una superficie territoriale superiore a 250 kmq che abbiano almeno una frazione. Da questo contributo sono chiaramente escluse le grandi città metropolitane. Abbate sottolinea che i due emendamenti non sono una linea di interventi inediti: “Queste misure, fondamentali per i nostri territori, già inserite due anni fa, erano saltate l’anno scorso. Ora, finalmente, abbiamo reintrodotto un supporto vitale. In particolare, il sostegno è importante per le manutenzioni delle reti viarie cedute ai Comuni che non si trovano nella condizione economica di fare manutenzioni”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Condividi su:

  • Politica

Fonte: QdS.it